In questi giorni mi è inevitabile pensare al mio passato e a quello che ho permesso mi facessero.
Perchè una cosa l'ho capita. Vittima di diventa e si accettano volontariamente le violenze.
La libertà arriva quando riesci a difenderti e chiudere, ma non è così facile, quando ti distruggono psicologicamente e ti senti niente devi essere solo fortunata ad incontrare le persone giuste, quelle che ti salvano.
A dire il vero ho avuto una collezione di uomini sbagliati... e alla fine ci ho messo una pietra sopra.
Quando senti la lama alla gola o le mani che ti stringono il collo non pensi che stai morendo ma cerchi una giustificazione perché lui non può essere così. È un attimo... una sensazione di incredulità profonda come il mare.
Dall'ex militare che aveva una pistola e al mio no mi ha minacciata di uccidermi e salutare tutta la famiglia perchè mi avrebbe ammazzato.
Dopo è arrivato uno anche peggio, e quindi molto probabilmente la mia indole da crocerossina attira gli psicopatici e sono davvero stanca di scegliere male. Troppe maschere.
Comunque finalmente a 56 anni ho scoperto di amarmi e stare bene da sola.
Credo anzi che sia la condizione ideale e a saperlo prima non avrei sprecato inutilmente anni dietro a uomini che non volevano amarmi.
__________________________
Di seguito un posto che ho recuperato nel lontano 2009
Mi sono salvata solo perchè è morto.
IL PORTONE
In questo diario in cui scrivo da
molto tempo di solito non ho mai messo filtri, ma per correttezza avverto, se
il contenuto del post potrebbe essere troppo invasivo. Le nostre parole a volte
possono diventare pietre ed entrare come un bulldozer dentro l’anima di chi ci
legge e questo non è sempre giusto. E’ vero che qui ci raccontiamo e ci
sfoghiamo, ma in fondo non è sempre facile dire o non dire. Mi sento di farlo e
di condividere, raccontare ma non per pietà. Quella non la voglio e mai la vorrò.
E’ solo un episodio, una piccola fetta della mia vita.
E’ che ho varcato il
portone,
quel portone, lontano dall’ospedale, in un’area riservata (lontano dagli
occhi,
immagino), dove ho telefonato per prendere un appuntamento e mi hanno
detto che
dovevo avvertire alla reception quando arrivavo, che sarebbe sceso
qualcuno a
prelevarmi ed accompagnarmi. Quando ho detto con chi avevo appuntamento e
mi
sono seduta ad aspettare ogni tanto lanciavo uno sguardo a loro, quelli
della
reception. Mi guardavano senza farsi vedere o essere invadenti, ma
sapevo che
stavano cercando un segno, qualcosa che mi avrebbe contraddistinta.
Magari un
livido, oppure occhiali scuri. O forse solo la mia vergogna e la testa
bassa,
di chi deve nascondere qualcosa. Certo mai avrei immaginato di varcare
un
giorno la porta di un centro antiviolenza. Però era necessario e la
consapevolezza di voler essere aiutata e ammettere di avere un problema
importante mi ha fatto trovare il coraggio. Sapevo che sarebbe stato
difficile
raccontare e spiegare, soprattutto reggere il loro sguardo e sapere che
anche
se professionisti, dall’altro parte sono abituati a vedere chissà cosa.
Anche
loro a cercare ferite e io quasi ad essere dispiaciuta di non averne una
da
mostrare, anche se dentro di me ci sono cicatrici così profonde che mai
si
rimargineranno veramente e sanguinano e fanno male. Violenza
psicologica.
Difficile spiegare le umiliazioni, le piccole azioni che ti distruggono
piano
piano e minano la tua persona tanto da dubitare di te stessa. Le chiama
prove
di amore e di fedeltà. E invece sono angherie e ricatti e azioni che ti
spingono a fare cose che non vorresti fare ma quando sei dentro la tela
del
ragno, ti divora e basta. Prigioniera. Sei solo una prigioniera. In
fondo non
chiedo molto. Solo parlare e trovare qualcuna che abbia subito le mie
stesse
vicende. Eppure mentre parlo e leggo i movimenti dall’altra parte, penso
che ho
fatto male a venire, tanto nessuno può capire veramente. Passi solo per
una
cogliona, una che è stata vittima consenziente del mostro di turno.
Brava, hai
vinto un biglietto per ingenuolandia, cazzi tuoi. E adesso che vuoi da
noi. Hai
fatto male a farti usare e fottere e umiliare, dovevi avere più rispetto
di te
stessa. Ma certo daiii!!! Se avessi saputo difendermi non sarei entrata
qui
cazzo. Stò imparando a difendermi prendendo coscienza che dovevo farlo
da tempo
e che ci ricasco a cicli e che adesso si è passati anche alle violenze
fisiche.
Bè allora è un’altra cosa. Ah davvero!!! Ma se dentro sono tutta rotta,
massacrata
dai ricatti e dall’autostima che scende e ogni volta mi uccide
lentamente… è
sempre peggio, perché ogni volta chiede di più e ti umilia di più. E’
una
persona malata che non ha coscienza del male che fa e non ha senso
morale.
Semplicemente non prova sentimenti di nessun genere e non sente la
responsabilità
di quello che fa o che costringe a fare. Per lui sei solo una cosa. E’
molto pericoloso. Ma và!!! Devi fuggire … lontano. E se non
potessi fuggire!!. Lo devo affrontare e combattere. Potete insegnarmi a
farlo? Ma
sai, qui ci sono avvocati, se vuoi parlare con loro e denunciare. No,
non
voglio denunciare. Non mi crederebbe nessuno e sarebbe solo una
battaglia
persa. Le prove, dove sono le prove. Pessima idea venire qui. Lo sapevo
che
dovevo difendermi. Ok come non detto, ho sbagliato portone.
Intanto ho deciso che non voglio
più essere una vittima… poi si vedrà.
Non sono io quella
sbagliata
anche se ci ho sempre messo il cuore e poco la testa. Almeno sono
fortunata, io
so amare e so cosa significa dare amore. Non posso dire la stessa cosa
degli
egoisti patologici, che felici non lo saranno mai, perché sanno solo
prendere e
nella loro inquietitudine non si sentiranno mai appagati davvero. Sono
anime
perse nel buio. Narcisisti, appunto. Ho sempre pensato che Narciso fosse
solo
un giovane bello che si rimirava in un lago e mai ho preso coscienza in
questi
anni che fosse una pericolosa patologia, che spinge chi ne è affetto, a
seguire
il proprio piano senza considerare minimamente che dall’altra parte c’è
una
persona. Vede solo se stesso e quello che vuole lui. Troppe volte ha
fatto finta
di non vedere le mie lacrime e le mie sofferenze. Troppe volte mi ha
umiliato oltre ogni limite, ma l'ultima violenza è stata la più
orribile. Non volevo crederci, lo guardavo negli occhi e non potevo
credere che lo facesse proprio a me. Ancora e ancora. Ho avuto la forza
di fermarlo e dire basta. Le sue perversioni sessuali sono diventate le
mie, ma adesso non voglio più cedere o far finta che sia amore. Non lo
è. E' solo violenza, è solo costringere qualcuno che ti ama a fare
qualcosa che non vuole e che lo ferisce oltre ogni limite. Ricatti
ancora. Adesso basta, non voglio più essere un
giocattolo nelle sue mani. Ho sempre pensato che
queste cose accadessero nei film o al massimo agli altri. E invece mi
sono trovata
coinvolta mio malgrado. Non posso cambiare il passato e quello che è
successo
ma posso cercare di andare avanti e riprendere in mano la mia vita.
Elisa
Trovato su Wikipedia: “Il disturbo narcisistico di personalità è un disturbo della
personalità il cui sintomo principale è un deficit nella capacità di provare
empatia verso altri individui. Questa patologia è caratterizzata da una
particolare percezione di sé del soggetto definita “Sé grandioso”. Comporta un
sentimento esagerato della propria importanza e idealizzazione del proprio sé -
ovvero una forma di amore di sé che, dal punto di vista clinico, in realtà è
fasulla - e difficoltà di coinvolgimento affettivo. La persona manifesta una
forma di egoismo profondo di cui non è di solito consapevole…” .... a
trovarlo prima!!!
Sempre cercando su internet ho
trovato questo, che racchiude praticamente tutta la sua persona e quello che mi
ha fatto: “La diagnosi secondo il criterio DSM IV richiede che almeno cinque
dei seguenti sintomi siano presenti nella persona:1. Senso grandioso del sé ovvero
senso esagerato della propria importanza2. È occupato/a da fantasie
di successo illimitato, di potere, effetto sugli altri, bellezza, o di amore
ideale
3. Crede di essere
"speciale" e unico/a, e di poter essere capito/a solo da persone
speciali; o è eccessivamente preoccupato da ricercare vicinanza/essere
associato a persone di status (in qualche ambito) molto alto4. Desidera o richiede un’ammirazione eccessiva rispetto al normale o al suo
reale valore
5. Ha un forte sentimento di propri diritti e facoltà, è irrealisticamente convinto
che altri individui/situazioni debbano soddisfare le sue aspettative
6. Approfitta degli altri per raggiungere i propri scopi, e non
ne prova rimorso.
7. È carente di empatia: non si accorge (non riconosce) o non dà
importanza a sentimenti altrui, non desidera identificarsi con i loro desideri
8. Prova spesso invidia ed è generalmente convinto che altri provino invidia per
lui/lei
9. Ha una modalità affettiva
di tipo predatorio.” Identikit di un mostro
sociale…Praticamente una persona
pericolosissima da cui scappare a gambe levate… e io che ho insistito 10 anni
non sapendo e riconoscendo che era malato e non solo stronzo!!!!!