Temo che questo genere non faccia per me, un thriller dalle atmosfere
disturbanti e malsane che mi ha fatto proprio sentire male. Volevo
uscire da questo libro perché mi ha fortemente scioccato e
sinceramente non vedevo l’ora di finirlo.
Non
tutte le vittime diventano carnefici, ma tutti i carnefici sono stati
vittime.
Questo
posso dire di questo libro ed è talmente contorto che ci si arriva a
metà libro.
“Le persone dicono bugie, ingannano. La
spazzatura, invece, non mente. “ Per questo l’uomo che
pulisce, il serial killer protagonista, seleziona le sue vittime,
attraverso l’esame dei loro rifiuti.
E la raccolta differenziata diventa la cartina di
tornasole di persone sole e disperate.
In una ridda di frammenti di unghie laccate,
sigarette Vogue al mentolo, cibo per gatti, collant contenitivi,
smagliati, creme antirughe da quattro soldi, strisce
depilatorie, bottiglie vuote di vodka di pessima qualità,
l’assassino individua donne bionde e attempate e le uccide.
Tuttavia, il perpetuo rituale di morte viene sconvolto dall’incontro
fortuito fra l’omicida e una ragazzina dal ciuffo viola che sta
annegando nel lago. Persino i mostri sono capaci di amare, ma quel
desiderio di proteggere una giovane indifesa rischia di compromettere
l’invisibilità del killer. (che si camuffa con una parrucca, baffi
e lenti a contatto) Il suo alter ego, il letale Micky, nascosto
dietro una porta verde. Solo che i traumi infantili, l’infanzia
violata, crea il male, il male che esiste. E Io sono l’abisso ne
è un’efficace e perturbante dimostrazione, tra le luci al neon un
dancing di provincia e un facoltoso bastardo che ricatta una
ragazzina.
Sicché, la cacciatrice di mosche, una madre a cui
nessuno pare credere, si mette sulle tracce del carnefice. Suo figlio
è stato il mostro che uccide e anche lei entra dentro l’abisso…
Che dire, avevo letto un solo libro di Carrisi ma
era diverso nel suo genere, non credo che leggerò altro.