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venerdì 22 maggio 2020

Tarantismo


Più leggo e più riconosco di ignorare tante cose.
La Taranta.
Pensavo fosse solo un ballo tipico del territorio del Salento e delle sue fascinose tradizioni popolari e invece scopro ora che è collegato al Tarantismo.

Dalla nascita incerta tra IX e XI secolo, questo misterioso fenomeno culturale prende il nome dalla malattia contratta, secondo la tradizione, attraverso il morso di ragni velenosi. Preda di queste punture erano quasi esclusivamente le donne nei mesi estivi, impegnate nei campi per la mietitura del grano. Gli effetti del pizzico si manifestavano nella tarantata, questo il nome della ragazza colpita dal morbo, attraverso una combinazione di malessere psicologico e di dolore fisico così forte da farla cadere in uno stato di incoscienza tormentato e convulso. I familiari della malcapitata si appellavano allora a una cura tutt’altro che farmacologica, ma dagli effetti miracolosi: la musica. Al cospetto della vittima, suonatori e cantanti specializzati intonavano melodie incalzanti, le pizziche, per vanificare gli effetti del veleno, in un vero e proprio esorcismo musicale. Al ritmo veloce di strumenti e voce, la tarantata ritornava piano piano in sé e si lanciava in una danza sfrenata, fatta di salti, giravolte e piedi che pestano con forza il terreno, come a schiacciare un ragno.
Per quanto fosse efficace, la terapia aveva però dei punti deboli. Potevano volerci giorni prima di liberare una donna dallo stato di trance, dal momento che a ogni tipologia di morso corrispondeva una particolare sonorità che bisognava trovare senza l’aiuto della paziente (non così diverso dalla medicina: a ogni sintomo la sua cura!). Ma soprattutto l’effetto della pizzica era temporaneo. Ogni anno, all’inizio dell’estate, bisognava rinnovarlo e si consigliava alla tarantata un pellegrinaggio alla cappella di S. Paolo a Galatina, nelle vicinanze di Lecce, da svolgere il 29 giugno, giorno in cui il paese celebra il santo protettore dei pizzicati.
Gli ultimi episodi di queste possessioni risalgono agli anni ’60 e, a oggi, possiamo affermare che il malore di generazioni di donne pugliesi non fosse scatenato dalla puntura di un ragno, né tantomeno da episodi di isteria femminile. Sembra che il Tarantismo fosse una tradizione sfruttata da molte donne per manifestare le proprie frustrazioni e difficoltà in secoli in cui la loro posizione sociale era subordinata a quella degli uomini.

La leggenda del morso della tarantola nasconde in sé una storia fatta di lotte e di ricerca di emancipazione, ma soprattutto è messaggera del potere terapeutico della musica, che può alleviare i dolori più profondi.

Io so solo che mi incanto a vedere le danzatrici perchè nei loro passi sento e vedo una libertà selvaggia che è dentro ogni donna.