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lunedì 2 luglio 2018

Le assaggiatrici di Hitler

La storia di Rosa Sauer è ispirata a quella di Margot Wölk, nata nel 1917 in Germania, segretaria trasferitasi in Prussia dopo i bombardamenti di Berlino e selezionata nel 1942 insieme ad altre quindici donne per diventare una delle assaggiatrici di Hitler. In occasione del suo novantacinquesimo compleanno la Wölk, unica sopravvissuta alla guerra tra le sue compagne, ha rilasciato un’intervista pubblicata il 2 aprile del 2013 sul “Der Spiegel”, in cui ha raccontato gli eventi di quel periodo terribile: non solo la paura di morire per il cibo, ma anche quello che le è accaduto dopo la fuga, la cattura e gli stupri a opera dei russi, l’impossibilità in seguito alle violenze di avere figli.
Questo non è stato mai perdonato. Far finta che andava tutto bene. Negare l'avanzata e per anni le donne tedesche non hanno perdonato ai loro uomini di averle lasciate in balia dei russi.

Non conoscevo questo fatto storico e quindi ho letto con molta avidità ma l'autrice si è persa strada facendo e sinceramente non mi sento di consigliarlo. Scritto malissimo. 
Le assaggiatrici | Rosella Postorino | Recensione :: Blog su Today
Tre volte al giorno, un gruppo di donne sfida la morte per assaggiare il cibo che sarà poi servito a Hitler nascosto nella “Tana del lupo”, il cerchio intorno a lui sempre su stretto, la disfatta ormai sempre più vicina, gli orrori di quel periodo, nascosti o ignorati, pronti ad essere svelati. Tra di esse c’è Rosa, «berlinese» catapultata in mezzo alla foresta a casa dei genitori del marito disperso sul fronte russo, che viene scelta non sappiamo bene perché dal sindaco del paese per lavorare come assaggiatrice nel quartiere generale mimetizzato in mezzo alle conifere dove un Hitler sempre più paranoico e feroce dirige le operazioni sul fronte orientale.

Autunno del ’43, quartier generale di Rastenburg, a pochi chilometri da Gross-Partsch, nella “Tana del Lupo”. Dopo aver atteso in piedi nel corridoio, dieci donne entrano in silenzio dentro la stanza che costituisce la mensa di Krausendorf. Siedono davanti a un tavolo di legno e piatti di ceramica bianca colmi di cibo vengono posti sotto il loro naso. Fagiolini coperti di burro fuso, piselli e riso, peperoni arrosto, strudel. Ogni cosa sprigiona un aroma che fa andare il sangue al cervello. Il buco che hanno nello stomaco è un tormento e appena arriva l’ordine: “Mangiate!” è impossibile sottrarsi. Rosa Sauer assapora il cibo come fanno le altre donne. Prima bocconi misurati, poi sempre più abbondanti, fino ad avere le lacrime agli occhi. Quando terminano il pasto, le SS impongono di non alzarsi da tavola. Devono aspettare almeno un’ora per assicurarsi che nessuna muoia, che non ci sia veleno nelle pietanze. Prima che scada il tempo una delle ragazze, Leni Winter, contravviene agli ordini e si alza in preda a un malore, all’improvviso vomita il pranzo. Il panico è generale, le SS vanno a interrogare il cuoco, Otto Günther, mentre le altre donne sono preda di pianti isterici. Rosa soccorre aspetta il corso degli eventi. Il tempo passa, nessuna muore, nessun veleno. Si è trattato solo di indigestione. Ora sono libere di andare, mentre il Führer può consumare il suo pasto senza timori. Rosa e le altre donne sono ufficialmente cavie, vengono sottoposte a visite, perquisizioni e prelievi. Sono le assaggiatrici di Hitler e non possono sfuggire al loro destino…

Le assaggiatrici | Rosella Postorino | Recensione :: Blog su Today
«Abbiamo vissuto dodici anni sotto una dittatura, e non ce ne siamo quasi accorti. Che cosa permette agli essere umani di vivere sotto una dittatura? Non c’è alternativa, questo è il nostro alibi».