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martedì 30 aprile 2024

LA STORIA DI MARINELLA. UNA BAMBINA DEL VAJONT

Pomeriggio di pioggia. Entro nella libreria del quartiere e mi siedo a bere una tisana.

Nell'angolo Feltrinelli vedo la borsa del lettore in omaggio con 2 libri... mi dico perchè no. Ed è così che ho incontrato e non per caso (con i libri non lo è mai) questo piccolo libricino.

Un piccolo gioiello dico adesso, un viaggio nella tragedia delle tragedie e del dolore, ma con una mano gentile che ti porta per mano.

"È il 9 ottobre 1963. Marinella Callegari ha dieci anni. La mattina – sotto un cielo azzurro – va a scuola, dove incontra le inseparabili amiche Anna e Vanna. E Marco, quel bambino dai capelli a cespuglio che viene da Casso e che pare ce l'abbia col mondo intero… anche se è così dolce sotto sotto.
Marinella scrive sul quaderno un tema sulla mamma, e la maestra le sottolinea in rosso solo le parole "sottofeste" e "santola". Marinella non capisce perché certe parole che si usano comunemente non vadano bene sui quaderni. Ma ci sono anche altre cose che non capisce: per esempio perché i suoi genitori sono così nervosi da qualche tempo; perché la maestra se ne sta imbambolata a osservare la grande diga dalle finestre della scuola; perché il nonno di Marco ha dovuto abbandonare la casa di Casso e i pascoli sulle pendici del Monte Toc.
Comunque, al pomeriggio, Marinella ha troppo da fare per rifletterci: insieme a Marco adotta un cucciolo di bassotto che si chiama Zucchino. Ci sono fughe, sgridate, nascondigli, incomprensioni in quel mercoledì di ottobre così sereno che sembra ancora di toccare l'estate. Alle dieci di sera, Marinella è nel suo letto: piega le braccia sotto la testa e se ne sta un po' a guardare il soffitto sfiorato dalle ombre della notte che arriva. Sorride pensando a quello che farà da grande, alle estati che passerà pescando pesci gatto sulla riva del Po.
Poi si addormenta. Longarone è al buio. Avvolto nel silenzio. Poi accade qualcosa. Un'enorme frana si stacca dal Monte Toc precipitando nel lago artificiale della diga. L'acqua s'impenna nel cielo nero: un'onda alta duecento metri travolge tutto".

Emanuela Da Ros parte da quel quaderno di scuola estratto dal fango, il quaderno di Marinella appunto, per scrivere questo racconto bellissimo che mi ha toccato nel profondo.

Sono anni che leggo storie, guardo video, interviste, documentari, opere teatrali ma niente era riuscito a toccarmi così a fondo come questa storia, donandomi il Vajont come non lo avevo mai sentito.

Lo consiglio a tutti. Veramente un'altra dimensione.

 

giovedì 18 aprile 2024

Moriremo (guerre a parte) per ottusità burocratica

Enzo Fattori, volontario di Desenzano del Garda che da decenni ripulisce spontaneamente le aree naturali del lago e non solo dai rifiuti, si è visto infliggere una multa da 500 euro per aver rimosso dalla spiaggia Feltrinelli un parabordo. "Una multa da 500 euro, non ho parole, è un paradosso", denuncia l'anziano in un video pubblicato su Facebook dall'amico Rino Polloni. "Questa ordinanza, e ve lo dico con il cuore, modificatela perché così non si può più fare niente: non si possono raccogliere carte, vetri, plastica".  La sanzione è scattata in ragione di un'ordinanza emanata dal comune di Desenzano lo scorso gennaio, con la quale si vieta di raccogliere qualsiasi oggetto tra le spiagge e l'acqua del Benaco. Il divieto è stato deciso a causa del rinvenimento di numerosi reperti bellici nell'area del porto vecchio: una scelta mirata a garantire la sicurezza, ma che è finita per penalizzare l'impegno volontario nel ripulire il lago da rifiuti inquinanti...

Da decenni si occupa gratuitamente del Benaco e si è visto infliggere una multa. 

Il comune multa ma non pulisce. 

Questa notizia riportata oggi mi fa venire in mente l'altro caso, del pensionato (per fortuna che ancora ci sono)  che ha otturato una buca (segnalata) pericolosa e si è visto multare per lavoro non autorizzato.

Io stessa che spesso pulivo marciapiede e bordo strada nel mio quartiere, ho smesso di farlo perchè la mucipale mi ha minacciata di multa. 

QUINDI IN QUESTA VISIONE OTTUSA i volontari non possono piu' fare nulla e assistere impotenti alla sporcizia e a tutto quello che il Comune dovrebbe fare e non fa.

Amarezza