Questo libro non l'ho capito.
Tre ciotole di Michela Murgia.
Dopo la sua morte, le sue interviste e tutto quello che è passato sui social su di lei, come donna e come scrittice, mi sono avvicinata a questo libro un po' in punta di piedi. Nemmeno sapevo che erano 12 storie.
Faticosa la lettura per l'impostazione grafica, pochi spazi e pochi paragrafi. Scritto fitto fitto... come senza fiato. In tutta onestà non credo che mi sia piaciuto granchè. Si leggono le storie ma ognuna è a se tranne le prime due che comunque mi hanno infastidita molto per il tipo di approccio, non tanto per il cancro ma proprio per la reazione esagerata ad una separazione.
Ho sentito come se l'autrice avesse una urgenza di condivisione. Le tre ciotole del titolo sono quelle che usa la protagonista di una delle storie, per tornare a nutrirsi... Di fronte al cambiamento ci si da la possibilità di trovare nutrimento in nuovi riti, risorse di sopravvivenza che non pensavamo di possedere.
Forse non lo avrei nemmeno letto se non lo avesse scritto lei.
Di certo mi ha lasciato sensazioni strane.
Temo che non riuscirò mai a leggere questo libro! Ho amato (e amo) tutto ciò che ha scritto Michela, ma sapere esattamente il momento doloroso in cui sono stati concepiti i racconti mi mette addosso un dolore tremendo.
RispondiEliminaE' lo stesso motivo per cui, pur essendo uno dei miei cantanti preferiti di sempre, non sono riuscita ad ascoltare l'album postumo di David Bowie. Non sono andata oltre il primo brano: c'era troppa sofferenza in ciò che sentivo.
penso che non avrebbe dovuto stampare questo ultimo libro ma ternerlo per se come un diario
EliminaForse Michela aveva davvero un'urgenza di condivisione. Sapeva che il suo tempo stava finendo. Mi dispiace molto per la sua prematura morte. Avrebbe ancora avuto molto da dirci.
RispondiEliminaSicuramente una persona molto interessante... Ciao
EliminaSicuramente un libro scritto in un momento di enorme difficoltà. Non è facile fare i conti coi cambiamenti della vita. Fare i conti con la fine della propria esistenza, quando ormai abbiamo ben poco tempo per dire quel che ancora ci brucia dentro, deve essere terribile.
RispondiEliminaAssolutamente si, concordo con te. Ma in questo caso forse non era il caso di condividere. Solo lei sapeva il vero significato di quello che ha scritto e metterlo alla lettura di tutti non credo sia stata una buona idea
EliminaIo non ho letto mai niente di Michela Murgia. Dopo la sua morte volevo provare a leggere qualche cosa di suo, però questo libro credo sia una sofferenza e non credo che lo leggerò, proprio per la difficoltà e la sofferenza che ne traspare. Buona settimana. Ciao
RispondiEliminadevo confessare che è il primo libro che leggo di lei e mi aspettavo una storia, un libro e non 12 storie.. non è una tipologia che mi piace.
EliminaMagari col tempo leggerò qualcos'altro di lei.
di murgia non ho ancora letto niente.
RispondiEliminae non ho curiosità di farlo.
ma non si può mai dire :)
ciao