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mercoledì 27 gennaio 2016

Il servilismo tutto italiano di un Paese senza palle

I geni del cerimoniale che hanno inscatolato quattro statue peraltro velate del museo Capitolino nel timore che, vedendole, il presidente iraniano Rohani avesse uno sgomento ormonale e stracciasse i contratti con le nostre aziende sono i degni eredi di un certo modo di essere italiani: senza dignità. Quella vocazione a trattare l’ospite come se fosse un padrone. A fare i tedeschi con i tedeschi, gli iraniani con gli iraniani e gli esquimesi con gli esquimesi. A chiamare «rispetto» la smania tipica dei servi di compiacere chi li spaventa e si accingono a fregare. Su questa tradizione millenaria, figlia di mille invasioni e battaglie perdute anche con la propria coscienza, si innesta il tema modernissimo del comportamento asimmetrico con gli Stati musulmani. Se un’italiana va in Iran, si copre giustamente la testa. Se un iraniano viene in Italia, gli copriamo ingiustamente le statue. In un modo o nell’altro - in un mondo e nell’altro - a coprirci siamo sempre noi. E la suscettibilità da non urtare è sempre la loro. Ma se la presenza di donne sigillate da capo a piedi su un vialone di Baghdad urtasse la mia, di suscettibilità? Non credo che, per rispetto nei miei confronti, gli ayatollah consentirebbero loro di mettersi la minigonna.

(La Venere capitolina, a sinistra coperta con dei pannelli per la visita di Rohani)

Sarei curioso di sapere come funziona la sensibilità a corrente alternata del signor Rohani (le tette di marmo lo sconvolgono e i gay condannati a morte nel suo Paese no?) e di sentire cosa penserebbe mia nonna di questa ennesima arlecchinata italica: quando ero bambino mi insegnò che il primo modo di rispettare gli altri è non mancare di rispetto a se stessi.

Massimo Gramellini

Se insegnamo agli uomini del futuro che il rispetto passa nel rinnegare la propria cultura e conoscenza che è invece da proteggere e difendere con tutte le aperture del caso... rinneghiamo il significato stesso della parola RISPETTO verso chi arriva e deve adeguarsi nel rispetto appunto dell'essere ospite

martedì 26 gennaio 2016

A cosa serve il mini taschino nei jeans?

Gli utenti lo chiedono online e a rispondere è Levi’s, la popolare azienda che li produce. La quinta tasca ha origine nel 1873 e nasce per contenere l‘orologio da tasca con catena o, leggenda vuole, anche le pepite d’oro. Oggi l’uso è decisamente diverso: c’è chi lo usa per accendini o scatole di fiammiferi e chi invece per nascondere oggetti, come anche i preservativi...il taschino rettangolare, troppo piccolo per contenere oggetti al giorno d’oggi, ha scatenato la curiosità del popolo sul web e la Levi’s, fondata da Levi Strauss nel 1853, lo ha introdotto nel 1873 per le esigenze dei cowboy e dei cercatori d’oro del far west:
“Il taschino fu introdotto nel 1873 da Levi’s, la più antica e popolare tra le aziende che producono jeans, fondata nel 1853 negli Stati Uniti dall’immigrato tedesco Levi Strauss. Non è altro che un «watch pocket», dove, a fine ‘800, gli uomini (in particolare i cowboy) riponevano gli orologi da tasca e, leggenda vuole, persino le pepite d’oro. A quel tempo, infatti, i cowboy usavano portare l’orologio da tasca con la catena e lo riponevano nel gilet di pelle.
Altri usi
L’azienda Levi’s ha messo a punto la piccola tasca affinché non perdessero l’orologio o non si rompesse. È rimasta fino ad oggi e, come spiega la stessa Levi’s in un post, ha avuto diverse funzioni negli anni. Tra le altre cose: ospitare una scatola di preservativi (come voleva uno spot del 1995 per i jeans 501), una scatola di fiammiferi o per nascondere bigliettini”.

- Devo dire che io questa domanda non me la sono posta mai... però è interessante e quindi ho copiato

lunedì 18 gennaio 2016

Patatine fritte

Decido la valutazione di una trattoria o un ristorante anche e soprattutto per come cucina le patatine fritte.
Coloro che servono quelle vere di patate tagliate a mano prendono molti punti nella mia scala devo dire
Ultimamente hanno aperto delle friggitorie di sole patatine fritte modello Amsterdam, servite al cartoccio. Sono precedentemente bollite e quindi questo rende la patata più croccante... certo non tutti i giorni ma ogni tanto sarebbe un peccatuccio da fare

...e ultimo ho scoperto le patatine fritte con la buccia e una spolverata di pecorino.... slurppp
...spero di avervi fatto venire voglia...  he he