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venerdì 30 luglio 2021

Come una bambina...

Certe volte mi diverto proprio come una bambina... è quello che ho provato oggi stampando i disegni Disney da colorare per una bambina di 6 anni che conosco. 

Sicuramente è il desiderio nascosto di non aver avuto una bambina e la propensione a tutto ciò che è espressamente femminile. Quasi quasi li coloro anche io... che dite?!! 



mercoledì 28 luglio 2021

Gerundio mio...

 Possibile dimenticare tutto questo anche se lo usiamo nella scrittura e nel linguaggio comune? 

Se qualcuno mi chiedesse il gerundio di un verbo o il congiuntivo credo che entrerei nel panico più assoluto... che asina!!! 



Coniugazione del verbo essere


INDICATIVO


Imperfetto:

  • Io ero
  • Tu eri
  • Egli era
  • Noi eravamo
  • Voi eravate
  • Essi erano

Passato remoto:

  • Io fui
  • Tu fosti
  • Egli fu
  • Noi fummo
  • Voi foste
  • Essi furono

Trapassato remoto:

  • Io fui stato
  • Tu fosti stato
  • Egli fu stato
  • Noi fummo stati
  • Voi foste stati
  • Essi furono stati

Futuro semplice:

  • Io sarò
  • Tu sarai
  • Egli sarà
  • Noi saremo
  • Voi sarete
  • Essi saranno

Futuro anteriore:

  • Io sarò stato
  • Tu sarai stato
  • Egli sarà stato
  • Noi saremo stati
  • Voi sarete stati
  • Essi saranno stati
CONGIUNTIVO:

Presente:

  • Che io sia
  • Che tu sia
  • Che egli sia
  • Che noi siamo
  • Che voi siate
  • Che essi siano

Passato:

  • Che io sia stato
  • Che tu sia stato
  • Che egli sia stato
  • Che noi siamo stati
  • Che voi siate stati
  • Che essi siano stati

Imperfetto:

  • Che io fossi
  • Che tu fossi
  • Che egli fosse
  • Che noi fossimo
  • Che voi foste
  • Che essi fossero
Trapassato:
  • Che io fossi stato
  • Che tu fossi stato
  • Che egli fosse stato
  • Che noi fossimo stati
  • Che voi foste stati
  • Che essi fossero stati
CONDIZIONALE:

Presente:

  • Io sarei
  • Tu saresti
  • Egli sarebbe
  • Noi saremmo
  • Voi sareste
  • Essi sarebbero

Passato:

  • Io sarei stato
  • Tu saresti stato
  • Egli sarebbe stato
  • Noi saremmo stati
  • Voi sareste stati
  • Essi sarebbero stati

 
 
IMPERATIVO:
  • ---
  • Sii
  • Sia
  • Siamo
  • Siate
  • Siano
INFINITO:

Presente:

  • Essere

Passato:

  • Essere stato
PARTICIPIO:

Presente:

  • Ente

Passato:

  • Stato
GERUNDIO:
Presente: essendo     Passato: essendo stato



 




martedì 20 luglio 2021

Il bellissimo giallo dei girasoli


Dietro casa posso guardare questa distesa meravigliosa di giallo. Non è solo buonumore... fa sorridere anche il cuore.  


 


martedì 6 luglio 2021

Roma non è Parigi...

Prendo spunto da questo articolo che ho copiato perchè in questi ultimi anni me lo sono domandato spesso ... "perchè non ci ribelliamo???"

Non è solo la raccolta. A Roma sono spariti gli spazzini con la differenziata e ormai i marciapiedi e i bordi strada sono una lunghissima coda di mondezza che ti accompagna nel tragitto quotidiano.

E' qualcosa che ti entra sottopelle e ti cambia piano piano, finisci per stare male all'inizio ma poi ti abitui e non sei più in grado di ricordare come era prima, accettando il presente.


I parchi pubblici sono luridi, mondezza ovunque e nei cestini non ne parliamo.

Sembra una città abbandonata a se stessa e imbruttita, o meglio, una città sporca nella più completa indifferenza. Non è questo che voglio lasciare e combatto ogni giorno, nel mio piccolo. Raccolgo o segnalo... ma la situazione è sempre peggio. Vi giuro che è logorante  


fermata bus quartiere San Lorenzo - non ci sono secchi o altro e non passano mai a pulire da mesi


questa è la differenziata a Roma

 _______Sindaco Virginia Raggi, nonostante abbia fatto tanto per la nostra città devo dirle che purtoppo forse la cosa più importante non è stata fatta, dare un decoro ai nostri quartieri. Probabilmente lo sa già, ma provi a fare un giro e vedrà che viviamo in condizioni inaccettabili, le strade sono giungle con erba alta due metri e piante infestanti ovunque, gli aberi non vengono potati, ci sono rifiuti ovunque perché gli spazzini non esistono, la spazzatura non viene raccolta o raccolta male lasciando a terra ciò che non è conferito nei bidoni. Il degrado porta altro degrado e la gente si imbarbarisce sempre più vedendo che non c'è cura per il bene pubblico con il risultato che viviamo in un ambiente paragonabile al terzo mondo. Tutto ciò non è ammissibile, siamo stanchi e sconfortati, la prego di intervenire in qualche modo.

 messaggio fb su profilo sindaco Raggi

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La vostra Sindaca è fortunata, con la città in quelle condizioni a Parigi avremmo ripristinato la ghigliottina.


 

Perché dunque i romani baccagliano e bofonchiano ma, salvo sporadici casi, non reagiscono restando inerti con le mani in mano o, al massimo, su una tastiera? La risposta va cercata nella storia.

Roma è stata flagellata nel corso dei secoli da dozzine di alluvioni catastrofici, incendi, terremoti, pestilenze e, soprattutto, da attacchi di eserciti nemici: galli, visigoti, normanni, mercenari al soldo del Sacro Romano Impero, “liberatori” francesi ed occupanti tedeschi.

Se fosse possibile identificare nel Dna il cromosoma caratteriale che accomuna geneticamente i romani, si scoprirebbe che è il frutto del vivere da millenni in una realtà complessa e piena di avversità. Ormai hanno sviluppato “le spalle grosse”, sono tolleranti e capaci di sopportare le sofferenze. Siano queste imposte da invasori o da chi governa malamente la città.

Inoltre, il romano tipo è notoriamente “comodoso”. Sempre pronto ad imbracciare metaforicamente il fucile per poi mandare gli altri a combattere, perché lui “purtroppo” ha altro da fare. Una caratteristica che, vista con gli occhi degli iper-reattivi stranieri, ci fa apparire come se vivessimo immersi in una comoda bolla.  Così, alla luce della catastrofica situazione in cui versa Roma, i nostri atteggiamenti fin troppo pacati verso chi governa la città gli appaiono rasentare l'omertà o l’ignavia.

Eppure noi non siamo così, nei secoli abbiamo sempre dimostrato di essere dotati di un feroce coraggio, di brio e vitalità. È vero, alla lotta in mezzo alle strade preferiamo le pasquinate. Siamo maestri con l’arma dell’umorismo un po' cinico. Ricordatevi, ad esempio, quando gli islamisti dell'Isis annunciarono la loro intenzione di invadere l’infedele città del Papa.

I romani risposero postando su Twitter immagini di ingorghi stradali per mettere in guardia i miliziani dal traffico, oppure dicendogli: «Fatece sape’ a che ora arivate e quanti siete, che così buttamo a pasta».

Ora, però, è giunto il momento di reagire in modo diverso e più efficace per uscire dal baratro, utilizzando un’arma formidabile: il voto. Il nemico da stanare e sconfiggere senza pietà è l’astensione, perché come afferma un detto sacrosanto: «Chi non fa politica, la subisce». Ovvero, una volta chiuse le urne chi è rimasto inerte potrà solo abbaiare alla luna ed essere succube delle decisioni altrui.

Impegnarsi in prima persona per cambiare sul serio ed affermare le proprie idee migliorative, qualunque esse siano, è un dovere anche verso i nostri figli che ci hanno dato in prestito la Roma in cui vivranno in futuro.

La storia ci insegna che i romani si sono continuamente scrollati di dosso le catastrofi per ricostruire da zero la città, aggiungendo via via una nuova generazione di opere e monumenti. Facciamo in modo che stavolta, dopo cinque anni sciagurati, nel futuro di Roma non vi siano altre piste ciclabili temporanee, macchinette mangia plastica o fumetti con la Sindaca protagonista, ma nuove infrastrutture e più spazio per arte e cultura. Diversamente sarà meglio richiamare i Visigoti, che faranno di sicuro meno danni.