Pagine

venerdì 19 giugno 2020

A spasso con Bob

Ho letto che è morto Bob. Ha vissuto per ben 14 anni, e ha lasciato il segno direi.
Questo è un mio vecchio post del 2014

A street cat named Bob

«Lui è quello per cui mi sveglio ogni giorno adesso. Sarà orribile quando mi lascerà, perché so che i gatti non vivono a lungo quanto gli esseri umani… Ma sicuramente lui mi ha dato la giusta direzione per vivere la mia vita.»
Una piccola storia d’amore.

Questa bellissima storia è la mia prossima lettura.

Una storia vera. James lotta contro la dipendenza dalle droghe, ma, una notte, dopo essersi trasferito in un appartamento a Tottenham, appare un gatto alla sua porta, gravemente ferito a una gamba. James capisce che deve aiutarlo immediatamente e senza perdere tempo lo accoglie in casa e lo cura. Da allora, Bob non lo ha più lasciato, seguendolo di sua iniziativa persino sull’autobus e sulla metropolitana.
«Siamo due anime ferite che cercano qualcuno di cui fidarsi… e noi ci fidiamo l’uno dell’altro. Io ho ancora difficoltà a fidarmi delle persone. Ma una cosa di Bob è che lui non mi mente mai. Anche quando non ha fame, lui non finge di averne, come fanno la maggior parte dei gatti, solo per essere ingordi.» James non è religioso, ma crede nel karma. «Penso che devo aver fatto qualcosa di buono perché lui si sia fatto avanti.»

Ecco queste due anime si sono incontrate e aiutate a vicenda. A volte succede anche con gli umani.

 Il libro, "A Street Cat Named Bob", è stato scritto da James in collaborazione con lo scrittore Garry Jenkins in un caffè di Islington: ha ottenuto il contratto editoriale grazie all’agente letteraria, Mary Pachnos, che era solita passare davanti a lui ogni giorno e si incuriosì al punto di chiedergli la storia della sua vita. «E’ una storia dannatamente buona, non è vero?» le disse James, «Ed è la verità, ogni parola. E’ una vita abbastanza interessante quella che abbiamo fatto io e Bob.»

...è fantastico questo gatto!!! Sono già innamorata

venerdì 12 giugno 2020

Risveglio a Parigi

Margherita Oggero
Mondadori, 2009
 Ennesimo libro preso in bookcrossing biblioteche di Roma - Avevo già letto qualcosa della Oggero e quindi ho pensato di andare sul sicuro.
Devo dire un po' noioso e in fondo essendo la storia della vita di 4 amiche, mi annoiano questi romanzi che raccontano di famiglia, vita, amori, delusioni e insomma vita vissuta. 
Mi scivolano nella più totale indifferenza facendomi sospettare una forma di autotismo letterario, che proprio non mi sfiora.
La fine del libro quasi un sollievo ...

Speravo di risvegliare in me la nostalgia di Parigi, solo un anno fa ero lì con mio figlio ed è stato veramente bello. 

Mi dispiace solo di non aver fatto in tempo a vedere la reggia di Versailles.

giovedì 11 giugno 2020

La bambina del lago

Appennino emiliano: dall’alto di uno sperone di roccia, Paese Nuovo sovrasta un lago. Sotto le sue acque si intravedono la chiesa e il campanile di un altro villaggio, Paese Annegato, che venne sommerso quando fu costruita la diga per imbrigliare le acque del fiume Cigolo. Nell’estate del 1930 il dottor Astorre si trasferisce qui come medico condotto. Lo accompagna la figlia Aladina, dieci anni, molto provata dalla perdita della madre, che è nata e cresciuta proprio a Paese Nuovo.


Mi fa uno strano effetto leggere le favole, non sono una adolescente e sono grande, diciamo, ma mi affascina molto la mia reazione a questo tipo di libri. Lo faccio anche con curiosità, e quindi mi è piaciuto molto leggere questo libro.
C'è un po' di storia, il fascismo nella struttura sociale dei paesi, le mentalità e le reazioni di fronte a quello che i grandi non riescono a spiegare con la logica e la ragione.
In fondo ogni paese di montagna ha una leggenda e una storia da raccontare, magia e mistero.
Chi siamo noi per dire che non è Vero?