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mercoledì 31 maggio 2017

Maledetti cellulari

Si lo so è cambiato tutto ma forse prima che arrivassero questi incivili e invadenti apparecchi si stava un attimo in pace... ora è tutto lecito e ci stiamo abituando alla maleducazione, questa è la verità.
E l'ho notato oggi. Forse perchè sono stanca e volevo mangiare in pace 10 minuti... quindi al bar sotto l'ufficio un piatto unico e staccare un attimo con la testa. Da sola tanto da non dover sostenere nessuna conversazione e nemmeno far finta che ho voglia di parlare. La mia vicina di tavolo è stata 15 minuti al telefono, una telefonata di lavoro che mi ha tolto la pace e la serenità della mia pausa pranzo, una violenza che forse non sono più disposta a sopportare. Quindi cosa sono, una stronza o altro ma non mi interessa. Perchè io sono stata 15 minuti dentro quella telefonata di cui non me ne fregava un cazzo e che non volevo ascoltare!!! E invece finita l'indignazione iniziale, tutti a tenere a voce alta telefonate private senza pensare minimamente che invadiamo la privacy di chi ci è intorno ed è costretto ad ascoltare le nostre telefonate. Una grande violenza e anche maleducazione, dico io. E così cambiata la pausa pranzo o il caffè o stare solo al bar 5 minuti ... continuamente attaccati da pezzi di vita privata e non, che non possiamo non accettare a meno che non sembrare pazzi o chissà cosa. Io avrei tanto voluto urlare...O forse alzarmi e strappargli il cellularedalle sue mani per gettarlo in terra e farlo in mille pezzi. Intollerante?!! ... no è che ho tollerato troppo. Adesso sono stanca di subire.

giovedì 18 maggio 2017

The Dressmaker, lo splendore dei vestiti




 E' un film che sembrava una favoletta  e invece diventa un’occasione di riflessione sul potere devastante della calunnia e sul peccato dell'ipocrisia. Una donna dal passato controverso torna nel suo paesino natio, dove la ritengono una strega e un'assassina. Lontano da casa ha lavorato nel campo della moda a Milano, Londra, Parigi e New York. È affascinante e ben vestita e inizia a contagiare le persone con il suo stile al punto tale che tutti vogliono farsi vestire da lei. La sua ventata di novità fa sì che in breve il paesino diventi una sfilata di moda vivente. Ma Tilly Dunnage ha una vendetta da compiere. Il passato è vivo e vegeto e lei torna da vincitrice non solo a rendere palese lo stacco rispetto alla comunità con il suo modo di vestire, ma riuscire con la sua sola forza a riprendersi la sua vita per bene, fino alla fine. La bellezza di questo film è l’azione che dovrà invece obbligare tutti gli altri a fare i conti con quel passato che l'ha danneggiata.  

Ci ha abbagliato con il finto tema dei vestiti, per farci gustare meglio tutto lo splendore dello sviluppo di quello vero, che pure in qualche modo aveva lasciato intuire incuriosendoci.
E assistere al ribaltamento del ruolo da colpevole a vittima.