Mai avrei pensato di andare un giorno così lontano!!! Torino.
Ma una serie di coincidenze, mi hanno fatto arrivare lì. Una mostra di abiti d'epoca alla Reggia di Venaria che terminava il 29 gennaio e la conoscenza, finalmente, di un'amica di blog (addirittura di Virgilio libri) che gentilmente ci ha ospitate a Torino, insieme alla mia amica. Oltre al fatto che è stata gentile e accogliente fuori misura tanto da avere la sensazione di stare a casa mia, ho avuto la gradita sorpresa di conoscere una città che è bellissima. Chissà perchè la pensavo grigia e spenta e invece ha dei palazzi bellissimi e tanto da vedere.

Visto il poco tempo a disposizione ci siamo concentrati su tre cose, di cui adesso ne racconto uno. La visita alla Palazzina di caccia di Stupinigi. Questo è stato il mio primo incontro con una residenza Sabauda e tale è stata la mia meraviglia di cotanta bellezza da lasciarmi piacevolmente impressionata e laconicamente dispiaciuta che non abbia il giusto tributo o merito. Potremmo tranquillamente chiamarla la nostra “piccola Versailles” senza nulla togliere alla residenza di Parigi che tra l’altro è simile alla nostra Reggia di Caserta. Senza considerare tutto quello che i francesi si sono portati via (direi di chiamare le cose con il proprio nome, rubato) della Reggia di Venaria ora riportata alla giusta gloria ma totalmente spoglia dei suoi arredi e arazzi.

Meravigliosa Stupinigi (Palazzina di caccia sabauda), grazie a diversi fattori, che non mi aspettavo. Devo ammettere che l’ora tarda (ultima visita guidata) e il tempo (quasi neve) e il periodo fuori stagione ci ha praticamente permesso di fare quasi una visita privata. Un lungo e maestoso viale fiancheggiato da cascine e scuderie, introduce alla maestosa Stupinigi. Sulla cupola centrale è inevitabile notare la statua del "Cervo" (di Francesco Ladatte (1766), oggi sostituita da una copia). Intorno un parco di oltre 150.000 mq. Che purtroppo di questo periodo non è visitabile. La guida ci dice che già in età medievale era presente nel luogo un piccolo castello. La proprietà variò nei secoli per ritornare, nel 1564, ai Savoia che la gestirono tramite l'Ordine Mauriziano, il cui Gran Maestro era il duca stesso. Fu soprattutto per volere di Vittorio Amedeo II se la Palazzina di Stupinigi divenne uno dei gioielli tra le Residenze del tempo. Come dicevo la visita guidata parte dalla Scuderia Juvarriana, con il Cervo del Ladatte, simbolo stesso della Palazzina, e alle pareti i 12 Medaglioni lignei con effigi tratte dalla Genealogia Sabauda. Di qui, si passa nella Biblioteca alfieriana con i primi arredi, poi nella Galleria di Levante e nella Sala degli Scudieri. Le porte e le finestre dipinte creano un continuo capolavoro che non stanca mai gli occhi. Una curiosità, come potete vedere anche dalla foto, le porte che collegano ogni sala sono storte o così pare. In verità è un antico sistema di chiudi-porta automatico con pendenza. Interessante no?!!
Quando poi si arriva nello scenografico Salone centrale, si ha una vera sorpresa e meraviglia di architettura rinascimentale. Mai visto niente di più bello e maestoso. E quelle enormi finestre sul parco e le balconate. Peccato che delle infiltrazioni d’acqua abbiamo danneggiato i pannelli dipinti e sembra che siano finiti i soldi per i restauri e qualsiasi intervento, tanto che l’apertura della seconda ala è rimandata a chissà quale millennio. La visita prosegue poi nell’Appartamento di Levante, detto dei Duchi di Chiablese, secondo un percorso cerimoniale che parte dall’Atrio e dalla Camera di Parata, attraverso salotti, camere da letto e studioli, per finire nella Camera da Gioco. Tutte le sale, interamente restaurate nelle splendenti decorazioni ad affresco, con stucchi, tappezzerie originali in seta e in carta dipinta, espongono arredi e mobili preziosissimi, per mano di grandi ebanisti piemontesi come Piffetti e Bonzanigo. Il loro pregio è tale da farti venire voglia di toccarli, accarezzarli per sentirne ogni piccolo dettaglio che lo sguardo non riesce ad abbracciare. In fondo, questi preziosissimi esemplari di mobilia tra il ‘600 e il ‘800, sono privi di barriere di sicurezza. Dietro di noi alcuni inservienti chiudono le finestre interne di legno, finemente dipinte.

Se penso al grande lavoro che fanno ogni mattina e ogni sera, per tutelare questo grande capolavoro piemontese. Ho sentito tanto amore e tanta passione in tutte le persone che ci lavorano. Appassionati del luogo e del suo mantenimento oltre che del suo futuro ritorno all’antico splendore. Sappiamo che anche Napoleone vi soggiornò, nel maggio 1805, prima di recarsi a Milano per essere incoronato imperatore. Nel 1832 la Palazzina divenne nuovamente di proprietà della famiglia reale, poi brevemente del Demanio italiano, per essere restituita, nel 1925, con i possedimenti circostanti all'Ordine Mauriziano, attuale proprietario. La Palazzina di Caccia di Stupinigi, fu spettatrice delle sorti alterne della monarchia italiana e sede di feste e ritrovi della aristocrazia piemontese. Nel 1842 fu sede del matrimonio tra Vittorio Emanuele II e Maria Adelaide di Lorena, mentre nel periodo compreso tra il 1900 e il 1919 venne utilizzata come residenza estiva da parte della regina Margherita. Attualmente l'edificio, dichiarato dall'Unesco "patrimonio dell'Umanità", è arredato con i mobili originali dell'epoca e ospita il Museo di Arte e di Ammobiliamento.
Siamo usciti ormai che era buio e in baretto sulla piazza ci siamo concessi thè caldo su tavoli di marmo da osteria. Si sentiva il freddo che precede la neve...