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lunedì 13 febbraio 2012

Ternitti

I miei libri non arrivano mai per caso. Ho appena terminato "Ternitti" che mi ha praticamente immerso nella tragedia degli immigrati pugliesi partiti per la Svizzera con le famiglie e tornati senza speranza, consumati dalla tosse e dalle polveri che piano piano li hanno uccisi. Asbetosi leggo e dopo cancro. Ma anche tante umiliazioni subite e di cui non vi è riscatto. Brutale e dura emigrazione, quando tra dialetti italiani non ci si capiva e ci si aggregava a seconda della regione di appartenenza; "abruzzesi", "calabresi", "pugliesi"...ecc... Uni contro gli altri in una fame che ti rende animali e solidali a volte. Mogli, sorelle, figli che rimangono marchiati a vita da quell'esperienza senza ritorno e dalla morte che riportano indietro insieme alla valigia con lo spago.
Nel libro c'è una storia d'amore che tenta di smorzare tutta la drammaticità di quei lavoratori che hanno respirato veleno e morte e che sono tornati fantasmi di se stessi, spettri di una speranza che si è spezzata con la consapevolezza che "qualcosa non quadrava". In questo libro c'è tanto dialetto e forse sarebbe adatto per una lettura locale ma il dramma è ormai sulla bocca di tutti, soprattutto oggi; finalmente il Tribunale di Torino si è pronunziato sulla sospirata sentenza: 16 anni di carcere ciascuno al miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, 65 anni, e il barone belga Louis De Cartier, 91 anni. La Multinazionale Eternit... un sogno, un incubo.

1 commento:

  1. mi sembra un bel libro...forse si ricollega meglio al viaggio a torino. torino è stato terra di emigrazioni per il sud d'italia molto a lungo.
    sì anche io ho letto della sentenza. storica si può dire. molto importante.

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