Stò seguendo le attuali vicende politiche che riguardano la parata di domani in Russia, e ho scoperto che la Seconda Guerra Mondiale terminò nella maggior parte dei Paesi in Europa l’8 maggio 1945 (Giornata della Vittoria) con la capitolazione della Germania nazista.
A causa della differenza di fuso orario, le forze sovietiche dichiararono il loro “Giorno della vittoria” il 9 maggio 1945.
Questa è la motivazione della parata di domani.
La storia riporta che fu proprio Stalin a volere che una seconda resa
condizionata fosse siglata a Berlino da parte del III Reich, non
soddisfatto dalla firma di Reims. Così a Berlino, l’8 maggio 1945 la bandiera sovietica venne fatta sventolare sul tetto del Reichstag,
che oggi è la sede del Bundestag (il parlamento federale tedesco), tra
l’altro sono stati conservati alcuni dei graffiti fatti dai soldati
sovietici in quei giorni
Di conseguenza, anche nei paesi che una volta appartenevano all’URSS
come Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Kazakistan,
Kirghizistan, Moldavia, Russia, Tagikistan, Turkmenistan, Ucraina e
Uzbekistan, il Victory Day viene festeggiato il 9 maggio, in linea con
la Russia.
A seguito dello scoppio del conflitto russo-ucraino, il presidente Zelensky nel 2023 ha deciso di spostare i festeggiamenti del Victory Day dal 9 maggio all'8 maggio, come in tutti i Paesi Occidentali.
In Italia il Giorno della Vittoria non viene celebrato, anzi la data dell’8 maggio non viene quasi mai ricordata, oscurata dai festeggiamenti del 25 aprile, Festa nazionale della Liberazione
voluta dal CNL. Di fatto l’Italia non faceva parte degli alleati
durante la Seconda Guerra Mondiale ma dell’asse Berlino-Roma-Tokyo,
l’accordo sottoscritto a Berlino il 27 settembre 1940 dalla Germania
Nazista, dal Regno d’Italia e dall’Impero giapponese.