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venerdì 12 marzo 2021

I libri ci scelgono

 

"LE GRATITUDINI"


 I libri arrivano per caso o per fortuna, dico sempre io. Perchè è da un po’ di tempo che applico tutte le mattine, le gratitudini. Cioè ringrazio per le piccole cose. Un giorno il letto caldo, un giorno il sole, un giorno la serenità, un giorno il bagno in casa, e fare questo mi sta cambiando. Mi accorgo che sono più felice di quello che ho e non sento il desiderio di altro, perché c’è chi non ha proprio niente. E quindi per una questione di empatia sono entrata in questo piccolo libro che davvero si legge in due sere, con una specie di riserbo e timidezza verso le gratitudini di questa donna che sta perdendo lentamente le parole … Lo smarrimento di questa donna ti entra dentro e lo senti in ogni fibra del tuo intimo, perché in fondo è la paura di ogni persona, puo’ succedere, no?

Tenero direi, e in fondo è una lettura scorrevole.

La protagonista si chiama Michka e sta perdendo le parole. Ora che le lettere e i suoni si agitano nella sua testa in un turbinio incontrollabile, l'anziana signora deve arrendersi all'evidenza: ha bisogno di un nuovo inizio. Anche se questo significa scendere a patti con un'esistenza a metà. Nella casa di riposo in cui si trasferisce, a Michka rimangono le visite di Marie, un'ex vicina che da bambina passava molto tempo con lei, e le sedute settimanali con Jérôme, un giovane ortofonista che la aiuta a ritrovare le parole.
Michka per tutta la vita è stata correttrice di bozze in una grande rivista, ma ora non riesce piú a orientarsi nella nebbia di lettere e suoni che si addensa nella sua testa. Quando lascia il suo accogliente appartamento parigino, e fa l’elenco di tutto ciò che ha regalato e che ha lasciato sapendo che non tornerà mai più. Doloroso direi. E allora Michka si piega, con una certa riluttanza, al ritmo fiacco delle giornate «da vecchia», alle stravaganze degli altri «resistenti», ai sogni infestati dalla temibile direttrice, perché solo nei sogni lei trova le parole.

Confinata nella sua stanzetta asettica, sempre piú fragile e indifesa, a Michka non resta che consolarsi con le visite di Marie e le chiacchierate con Jérôme, il giovane ortofonista che lavora nella casa di riposo. Il ragazzo, infatti, ha ceduto presto alla tenera civetteria della sua paziente discola – gli esercizi per il linguaggio «la sfioriscono» –, che vuole solo raccontare e farsi raccontare. A poco a poco, però, le parole si fanno piú rare, barcollanti, e, anche se non ha perso il senso dell'umorismo, Michka è consapevole di non poter deviare l'inesorabile corso degli eventi. Ed è proprio per questo che vorrebbe realizzare un ultimo, importante desiderio: ringraziare la famiglia che l'accolse durante la guerra e che di fatto le salvò la vita. Saranno Marie e Jérôme ad aiutarla, perché anche loro conoscono il valore inestimabile di un semplice «gratis», come direbbe Michka.

GRAZIE

2 commenti:

  1. Non conosco questo libro, deve essere un bel libro, da come ne parli. Dovremmo imparare tutti a ringraziare per le piccole cose di ogni giorno e, forse, stiamo imparando a farlo, in questo periodo tanto incerto. Mi fanno tanta tenerezza le persone costrette a vivere nelle case di riposo, mi sembrano sempre tanto fragili e sole e mi spiace per loro . Saluti.

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    1. Mi piace la tua visione sulla tenerezza, la condivido, anche perchè chissà che non sia nel nostro futuro. Ciao

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