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lunedì 8 marzo 2021

8 marzo

Non posto la mimosa, non mi rappresenta.

Le rose invece indicano tutta la bellezza di essere femmina e le spine della vita.

Perchè di questo si tratta.

Io ho sempre lavorato, da quando ho finito il triennale magistrale Montessori, avevo 17 anni.

Adesso ne ho 54 e sono stanca.

Sono stanca di alzarmi presto la mattina e fare un'ora di traffico, di lavorare fuori casa per 8 ore e rientrare sempre con il traffico. Cinque su 7 e sono anche fortunata, visto che tanti lavorano sei su 7. Sono sempre stata pendolare. Quando mio figlio era piccolo, uscivo alle 6.30 per non trovare la Tiburtina bloccata e arrivare a scuola alle 8.00 e io in ufficio alle  9.00. Queste cose che si fanno quando si devono fare, le paghi dopo, paghi tutto dopo. Abitare fuori Roma è stata allora una scelta, ma la bella casa con il giardino ha preteso un prezzo troppo alto.

Eppure se questo virus mi ha insegnato qualcosa, è il diritto a stare a casa. 35 anni di lavoro sono tanti e si dovrebbe avere libero accesso alla pensione.

Invece in questa dittatura mascherata da democrazia, ci dicono quando dobbiamo andare in pensione, senza considerare il nostro vissuto, che non è uguale per tutti.

Io ho preso psicofarmaci per 20 anni, per alzarmi dal letto e vivere, semplicemente. Al lavoro mi sono fatta massacrare dai miei capi che mi hanno umiliata, usata e mobbizzata da sempre. Violenze psicologiche che si infilano dentro la pelle con cicatrici e ferite che non si rimarginano. Professionalità mai riconosciute e promesse mai mantenute, mentre ti passano tutte davanti. Prima perchè devi acquisire la professionalità eppoi una volta che dovresti avere il giusto riconoscimento, arrivano le 20enni che sono tanto fiche je je... e tu ormai se giurassica. Ma poi sono le parole, quelle che fanno più male. Quando ti urlano contro, quando non ti rispettano anche nelle piccole cose, e tu non hai nessuno che ti difende e soprattutto devi dire sempre si, per paura e per ingenuità. Quando ho abortito del secondo figlio e avevo mio figlio di 6 anni (una scelta dolorosissima ma necessaria) sono stata malissimo e rientrata in ufficio, sono stata processata davanti a tutte le mie colleghe e i capi. Il capo del personale mi ha detto che una mucca ci metteva meno a sgravare. Ho fatto la segretaria e insieme anche il sito. L'ho scritto dall'inizio, pagina per pagina, prima dell'html, prima di front page, prima che arrivassero le piattaforme più facili. 20 anni ... Che stupida! E comunque non devi parlare, non devi denunciare, perchè te la fanno pagare, eccome se le la fanno pagare. Devi stare zitta e amen.
E in questo hai un matrimonio da mandare avanti che poi diventa una separazione, con tutto quello che ne consegue. La fatica, la fatica di stare sempre su due fronti non è mai stata riconosciuta, e quindi che cavolo abbiamo ottenuto? Niente. E si continua a festeggiare cosa? Tutto quello che abbiamo perso per strada e che non vediamo veramente. Paghiamo caro tutto e niente sconti. Si, sono amareggiata.

Dovevo pagare un mutuo, ma visto che non sempre il lavoro nobilita, anzi umilia, forse era il caso che non continuassi, in fondo volevo fare la mamma e la moglie. Avere il diritto di scegliere di stare a casa, che non ho potuto scegliere invece.

Adesso quando sento parlare solo di lavoro alle donne, penso che non abbiamo capito niente.

La dignità di una donna che lavora da sempre è anche poter fare la nonna e non ha senso che tutte dobbiamo lavorare fino a 67 anni. Perchè?

I ruoli sono quelli che si è liberi di scegliere, senza obblighi. Io dico che ci sono tante donne oggi che vorrebbero stare a casa a crescere i figli, cucinare e pulire, andare in palestra, uscire con le amiche, leggere e fare tante cose... Ma con uno stipendio italiano non si può. In Francia c'è il minimo retributivo, 2000 euro, se si potesse farlo anche da noi, la società sarebbe diversa.

#8 marzo# basta con le solite parole da anni... è tempo di reagire.

11 commenti:

  1. Guarda, mi è dispiaciuto veramente leggere le tue parole, che capisco perfettamente. Io ho vissuto una situazione diversa dalla tua, ero un'insegnante di scuola primaria, ma anch'io ho passato le mie belle , tra bambini maleducati e genitori che li difendono e non ti racconto niente perchè non mi va di ritornare su fatti del passato , sono passati e basta. Poi ci sono i rapporti con le colleghe e con il direttore da gestire e non è sempre facile cercare di andare d'accordo. Anch'io prendo un ansiolitico e un antidepressivo, per problemi legati alla scuola. Io sono una pensionata, da due anni. Sono andata in pensione , due anni fa,a 63 anni, mancavano 8 giorni per fare 43 anni di lavoro, non male vero ?! Andare in pensione a 67 anni, per me , è assurdo, perchè , a quell'età una non ce la fa più e ha diritto ad un meritato riposo. Ho visto che , anche, per me , gli ultimi anni di lavoro sono stati difficili, ero stanca e dovevo pensare anche a mio padre , che è morto due anni fa, a 95 anni e viveva con me. Per un pò mi sono arrangiata con le badanti, poi ho chiesto i benefici lella legge 104 e sono stata a casa a curarlo, fino a quando è morto. Un mese dopo che mio padre è morto, è arrivata anche la conferma per la pensione .... Quello che mi è dispiaciuto leggere, nel tuo post , è quando parli delle parole , le parole cattive, urlate , le parole senza riguardo... nessuna donna merita di essere ferita così. Ti abbraccio.

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    1. Grazie cara, e perdona lo sfogo e la ferita che non volendo ho provocato nel tuo cuore. Avevo bisogno di dirlo, di scriverlo, di non stare più zitta. In verità sono rimasta basita nel leggere che sei in pensione, scrivi cose così fresche e belle che pensavo fossi un adolescente.
      Forse sono una piccola goccia nel mare, ma dopo 33 anni di lavoro posso asserire che non nobilita e non migliora la vita, anzi la distrugge, soprattutto se sei costretta a prendere antidepressivi per avere la forza di andare avanti e difenderti, come se fosse una guerra perenne.
      Volevo fare la casalinga... e ho sbagliato tutto.
      Ciao Elisa

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  2. Ho letto il tuo post con tanta di quella amarezza nel cuore che non so come sono arrivata alla fine. La tua testimonianza preziosa dovrebbe ulteriormente servire a comprendere come le donne sono alla mercè di disagi fisici e psichici quotidianamente.
    Comprendo molto del tuo percorso, perché cose simili sono accadute anche a me.
    Ma il mondo non cambierà fino a quando noi donne non ce lo riprenderemo.
    Ti abbraccio.

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    1. Grazie Mariella per la solidarietà, io credo che sarà un cammimo molto lungo ancora... spero in questa nuova generazione. Ciao cara

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  3. scelte: una gran bella parola. ma sono pochi quelli che fanno veramente scelte. occorre cominciare molto presto, ancor prima di diventare giovani. e occorre tanta coerenza e costanza. oltre a essere disposti a fare "rinunce", ad andare contro corrente. ma ripaga ampiamente. non intendo insegnare niente, dire che solo io ho ragione e capito tutto: vivo la mia vita. questo volevo e voglio.
    (per le donne forse questo è ancor più difficile, mi rendo conto. ma in sostanza quello di cui parlo non è una questione di genere)
    buon giorno

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    1. No credo sia una questione di furbizia, farsi i conti, pensare al futuro in prospettiva... cosa che io non ho mai fatto. Ho seguito la corrente pensando che doveva essere così e basta, non mi sono protetta, non ho combattuto e quando ho iniziato a farlo, era troppo tardi.

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    2. però fare i conti, come dici tu, non è una questione di furbizia ma di autonomia. buon giorno

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    3. no, non si tratta solo di autonomia ...

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  4. Ti leggo solo ora.. e stringe il cuore.. tocco con mano la disparità riservata alle donne con cui lavoro. La protervia e l'arroganza. Riguarda anche gli uomini, sia chiaro, ma come dici tu, una donna deve spesso fare di tutto, al lavoro e a casa.. e alla fine può non reggere. Ti auguro serenità intanto..

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