Oppiacei e anfetamine, le armi segrete di Hitler
Seguendo stamattina un documentario di nazional geografic ho scoperto l'uso della droga ai soldati tedeschi ... sconvolgente
Il Pervitin è una droga derivata dall'efedrina e appartenente alla categoria delle anfetamine che fu brevettata nella Germania nazista.
Nella maggior parte delle persone, la sostanza aumentava la fiducia in se stessi, la concentrazione e la disponibilità a correre rischi, riducendo allo stesso tempo la sensibilità al dolore, la fame e il bisogno di dormire.
Questo micidiale «Crystal Meth» del Terzo Reich rende
dipendenti e ha effetti devastanti: il Pervitin si diffonde rapidamente,
nel regno degli «invincibili». Lo prendono sportivi, cantanti, studenti
sotto esame. La fabbrica di Pervitin inventa addirittura il
cioccolatino al Pervitin per allietare le casalinghe.
«La grande euforia»
Quando comincia la Seconda guerra mondiale, la droga si diffonde rapidamente tra i soldati della Wehrmacht. Tanto che l’autore di un libro appena uscito sull’argomento è convinto che abbia avuto un ruolo fondamentale non solo nel Blitzkrieg contro la Francia del 1940, ma anche nel comportamento di Adolf Hitler. «Medici e droghe spiegano molto della struttura interna del nazismo» sostiene Norman Ohler, autore di «Der totale Rausch» («La totale euforia»).
Tra il 1939 e il 1945 circa duecento milioni di dosi di Pervitin vennero distribuite ai soldati tedeschi.
Fin dalle prime fasi della Seconda guerra mondiale il Pervitin veniva somministrato ai soldati della Wehrmacht e nel ’39, ai tempi dell’invasione della Polonia, era distribuito quotidianamente insieme al cibo.
Il capo degli psicologi dell’esercito la considerava "una sostanza di grande valore militare" e aveva convinto i generali del Reich dell’utilità della sostanza sul campo di battaglia che permetteva di marciare ininterrottamente e donava la capacità di combattere senza sosta, di giorno e di notte, senza aver bisogno di dormire. Grazie al suo parere, l’anno successivo, nel ’40, lo stimolante diventò addirittura decisivo nell’invasione del Belgio e durante la campagna di Francia (l’avanzata nelle Ardenne fu estenuante e durò tre giorni). L’attacco della Wehrmacht fu micidiale: i carri armati
procedono a tutta velocità attraverso le Ardenne senza fermarsi mai,
notte e giorno, in quattro giorni macinano centinaia di chilometri. A
metà maggio del 1940 raggiungono e radono totalmente al suolo
l’accampamento militare francese ad Avesnes. I soldati francesi sono
sconvolti dallo stato si esaltazione dei loro nemici. Sono
inarrestabili. È un blitzkrieg metanfetaminico.
«Migliaia di soldati conservavano la droga nell’elmetto, o la ricevevano dai medici militari. Poggiavano le pasticche sulla lingua e le ingerivano con un sorso d’acqua. Venti minuti dopo il loro cervello iniziava a subirne gli effetti. All’improvviso la dopamina iniziava a esagerare la percezione dei soldati, mettendoli in uno stato di pura allerta. La notte si illuminava: nessuno avrebbe dormito, le luci erano accese, l’esercito continuava ad avanzare verso il Belgio… Non ci sono state pause – un bombardamento chimico aveva appena colpito i loro cervelli.»
(Norman Ohler, autore del libro Tossici. L’arma segreta del Reich. La droga nella Germania nazista, 10 settembre 2015).
I dottori militari, oltre a somministrare il Pervitin al naturale, mischiavano la metanfetamina alla cioccolata creando delle barrette chiamate “cioccolata dell’aviatore”, che venivano date ai piloti aerei. Esisteva anche la versione per i carristi chiamata “panzer cioccolata”.
Di particolare rilevanza il fatto che l'ammiraglio Hellmuth Heye nel marzo 1944 richiese, in sostituzione al Pervitin, un farmaco che potesse fornire ancora maggior forza e autostima alle sue truppe. Il chimico Wolf Kemper e un gruppo di altri ricercatori furono incaricati di sviluppare tale farmaco, e più tardi nel corso dell'anno svilupparono un farmaco denominato D-IX, ogni compressa conteneva: 5 mg di ossicodone (oppiaceo della famiglia dell'eroina), 5 mg di cocaina, e 3 mg di Pervitin. Test condotti sui detenuti del campo di concentramento di Sachsenhausen verificarono che, sotto l'uso di tale droga, una persona poteva marciare fino a 90 chilometri senza riposo, portando con sé uno zaino di 20 chilogrammi. Tuttavia i tedeschi persero la guerra prima di poter produrre in massa il farmaco, che venne somministrato solamente ad alcuni piloti di sottomarino.
Si ritiene che lo stesso Adolf Hitler, fino al suo suicidio, avvenuto poco prima della fine della guerra, fosse dipendente dai farmaci che il suo medico personale, il dottor Theodor Morell continuò, per lungo tempo, a prescrivergli, inizialmente per curare le sue condizioni mediche croniche. Secondo Norman Ohler nel suo libro del 2016 Tossici, L'arma segreta del Reich, quando le scorte di droga di Hitler si esaurirono, alla fine della guerra, il Führer soffriva di grave astinenza da serotonina e dopamina, di paranoia, psicosi, allucinazioni, tremori e insufficienza renale.
Questo spiegherebbe molto, anzi tutto di uno dei periodi più bui dell'umanità.
RispondiEliminaEffettivamente hai ragione. La storia dovrebbe essere studiata anche tenendo conto di queste cose, perchè cambia ovviamente la lettura dei fatti
EliminaPare che le droghe siano spesso state somministrate ai soldati. Servivano per dar loro coraggio e per renderli insensibili al dolore e alla paura. Anche gli americani hanno abbondato e lo fanno ancora adesso. La guerra è sempre stata una sporca storia, in tutti i sensi.
RispondiEliminaAnche gli americani, no, non lo sapevo.
EliminaComunque io capisco l'uso di droghe a livelli bassi per sopportare le situazioni e avere più forza fisica, ma gli oppiacei sono un'altra cosa e a dosi elevati creano poi solo danni. Creando mostri ovviamente...