Il problema con
i libri usati è che portano con sé il proprio passato. Non sono appena usciti
dal torchio dello stampatore, infilati in una scatola e recapitati al negozio.
Vengono abbandonati qui dalle persone che non li vogliono più. Come orfani di
un romanzo di Dickens. Vengono scartati quando le persone vanno avanti con la
loro vita. Sono troppo pesanti da traslocare oppure occupano troppo spazio. E'
così che finiscono qui. Noi dobbiamo liberarli dalla loro vita precedente in
modo che possano incontrare coloro che li vogliono.
Ecco questa frase che è scritta in questo piccolo libro non mi trova completamente d’accordo. Una lettura deliziosa
come non mi capitava da tempo. Avevo perso il sapore e la sensazione di
felicità che capita quando incontri un libro che ti trascina dentro e ti
avvolge con la sua storia. Ecco questo libro lo ha fatto con me e per questo lo
segnalo come consiglio di lettura.
Ma comunque, riflettevo, io sono una lettrice
che abbandona i libri, ma non per mancanza di spazio, lo faccio solo perché
desidero che viaggino in altre vite e che vengano sfiorati da altre mani. E’
troppo triste per un libro pensare di stare
immobile dentro una libreria per anni. E’ come morire e invece i libri
sono vivi.
Credo fermamente che siano loro a trovarci,
sempre.
Per questo non li tengo prigionieri ma li
regalo o li do in donazione ai canili che li vendono per il loro finanziamento.
Anni fa ho regalato molti libri alla mia
biblioteca di zona. Poi mi sono accorta che tengono centinaia di libri chiusi
negli scatoloni forse per mancanza di spazio e allora non li dono più a loro.
Vi racconto solo l’inizio di questa storia.
Magari vi faccio venire la voglia e la curiosità di continuare. La protagonista
del libro è una ragazza single e disoccupata che passa le sue giornate nella
libreria di libri usati del suo amico … e fino a qui forse la trama è molto
simile ad altri libri che parlano di biblioteche, librerie e libri, ma il punto
interessante è il mistero che circonda l’incontro con una copia logora e ingiallita
“ dell'Amante di Lady
Chatterley “, i cui margini delle pagine
nascondono la corrispondenza di un uomo e una donna che non si conoscono, Henry
e Catherine. 1961, riporta in calce una pagina… ed è solo l’inizio di una
conversazione WhatsApp di
altri tempi… Parole d'amore e corteggiamento, frasi piene di gentilezza e
passione, fino all'ultimo messaggio, una richiesta di appuntamento… Chi sono i
due? Saranno riusciti a trovare il coraggio di guardarsi negli occhi e rivelare
la loro identità?...
Ho la sensazione di averlo letto, il titolo?????
RispondiEliminaTutta colpa di un libro
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaFinalmente nella mia mente si è aperto un varco, l'ho letto ed è stata una piacevole lettura!
RispondiEliminaquindi, se non capisco male, un libro preso in prestito in biblioteca e annotato in alternanza dalla coppia di sconosciuti.
RispondiEliminaciao
la provenienza del libro è un mistero...
EliminaDecisamente particolare la trama di questo libro e molto affascinante pensare come si possa essere sviluppata e conclusa la storia tra i due...
RispondiEliminaPer quanto riguarda i libri, i miei, quasi tutti letti e quelli che ancora aspettano sono stati scelti per esserlo, restano con me perchè fanno parte della mia vita e mi fa piacere tenerli anche per poterli rileggere. Confesso che sono molto gelosa di loro e li impresto a fatica per non correre il rischio di perderli come purtroppo è già successo!!!
Baci
Io purtroppo non ci riesco, è più forte di me. Tenere un libro è come ucciderlo e non lo faccio
Eliminaadoro leggere libri usati, adesso ne sto leggendo uno stampato nel 1928.... su D'Annunzio
RispondiEliminache fico
Elimina... tra l'altro trovo che sia una bella idea, quella di scriversi usando i bordi di un libro intendo, e poi diventa una storia nella storia, per la delizia di chi quel libro se lo becca successivamente! ;-) Però non mi suona tanto come whatsapp, perché questo lo usi con chi conosci, più come un "sito di incontri" piuttosto, ma di quelli di una volta, dove ancora non esistevano nemmeno le foto e si andava completamente al buio :-D
RispondiEliminaLa grande differenza però sono i tempi "rilassati": tra una lettura e una scrittura avevano il tempo di sognare :-) Forse di sognare anche troppo, e la realtà, si sa, raramente è in grado di pareggiare i sogni. Ma almeno si potevano illudere per quelche tempo, no? ;-)
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