giovedì 27 febbraio 2014
venerdì 21 febbraio 2014
MONUMENTS MEN

Film da vedere assolutamente. Bellissimo.
Li chiamavano "Monuments
Men". Erano soldati, tanto coraggiosi quanto improbabili. Un esiguo
plotone di topi di biblioteca, colti e appassionati, arruolati nell'esercito
alleato durante il secondo conflitto mondiale e spediti nell'Europa in fiamme
con una missione precisa: salvare i capolavori dell'arte. Mentre Hitler
invadeva un Paese dopo l'altro, infatti, le sue armate si impadronivano di
sculture e dipinti secondo un piano

Quasi 19.000 opere furono rinvenute
nelle miniere di sale di Heilbronn e altrettante nel Castello di
Neuschwansterin ma molte altre furono perdute per un ordine di Hitler che fece
bruciare migliaia di quadri nella ritirata nazista verso Berlino.
* Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg
(ERR) era il nome della speciale task-force istituita da Alfred Rosernberg, tra
i massimi ideologi del Nazismo e uno degli uomini più vicini ad Adolf Hitler. L’ERR
aveva il compito di impadronirsi delle opere d’arte e degli oggetti di
interesse culturale nei paesi occupati dal Terzo Reich tra i saccheggi più
famosi, quello delle collezioni private appartenenti a moltissime famiglie
ebree di Francia e Belgio.
lunedì 17 febbraio 2014
UNA STORIA AMERICANA Fotografie di Gordon Parks





Bellissime foto in
bianco e nero che ti emozionano dentro.

Questa mostra mi riporta al recente film che ho visto al cinema sulla storia dei neri d'america, tramite la storia di un cameriere

nero che ha lavorato alla Casa Bianca. The Butler è un film che consiglio caldamente anche perchè è pieno di filmati originali dell'epoca che raccontano tra l'altro la storia delle "pantere nere" e dei "Freedom riders".
I Freedom Riders, che dall’inizio di maggio hanno iniziato una forma di protesta che consiste nel viaggiare a bordo di autobus delle linee Greyhound, insieme bianchi e neri, attraverso diversi stati del Sud degli Stati Uniti, contravvenendo alle leggi di questi stati che richiedevano una netta separazione tra bianchi e neri a bordo degli autobus
L’iniziativa dei Freedom Riders era partita da una sentenza della Corte Suprema che l’anno prima aveva dichiarato illegali i provvedimenti di segregazione razziale, in vigore in diversi stati del Sud, che imponevano la netta separazione tra bianchi e neri nei ristoranti, nelle sale d’attesa delle stazioni degli autobus e sugli stessi autobus nei viaggi tra stati diversi.
Tale sentenza entrava in contrasto con le leggi di Jim Crow, risalenti al 1876, che imponevano la segregazione ed erano tuttora in vigore negli stati del Sud.


Per testare la validità della sentenza della Corte Suprema, i Freedom Riders dal 4 maggio avevano iniziato una serie di viaggi in autobus, attraversando Virginia, le due Caroline, Georgia, Tennesee, Alabama, Mississippi e Louisiana, con promiscuità a bordo di bianchi e neri subendo violenze di vario genere (veicoli bersagliati con pietre e mattoni, taglio di pneumatici, incendio di veicoli).
Il 14 maggio, poco fuori Anniston, in Alabama, l’autobus viene bruciato. Al loro arrivo a Birmingham i Riders vengono accolti da un tumulto di bianchi. In seguito vengono arrestati a Jackson, in Mississippi, e passano dai quaranta ai sessanta giorni nel penitenziario di Parchman.
mercoledì 5 febbraio 2014
IN DARKNESS
Leopold Socha
facendosi ‘giusto’ tra i giusti viene ricordato dal regista Agnieszka Holland che con il suo film compie
un atto memoriale che non dimentica che la Storia è in primo luogo quello che
gli uomini hanno fatto.


Questa a grandi
linee la trama del film:

Il film di
Agnieszka Holland indaga il comportamento umano in situazioni limite, sprofondando
letteralmente personaggi e spettatori nelle tenebre, la regista polacca produce
un cinema che mentre rievoca la Storia si pone in lotta contro il torpore, descrivendo
le tappe e i passaggi di una presa di coscienza individuale dentro un tempo
segnato da sentimenti di insicurezza e da uno stato di pericolo permanente.

L’underground
narrato dalla Holland assume un valore universale e la dimensione di una
parabola, per nulla buonista, in cui un uomo si consegna alla propria rinascita
affrontando il rischio della morte. L’autrice restituisce con sensibilità e
nessun sentimentalismo l’ambivalenza della doppia logica alla quale
l’occupazione nazista ha condannato il protagonista, appeso tra una tormentata
ribellione e una speranza di redenzione.
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