Il ballo delle pazze era un evento mondano atteso con
bramosia dalla crème parigina di fine Ottocento.
Siamo nella Parigi del 1885 e Il ballo delle pazze ha luogo alla Salpêtrière, l’ospedale psichiatrico dove venivano rinchiuse donne ritenute alienate.
Alcune alienate, “pazze”, lo erano davvero, per ragioni
mediche o per traumi subiti nella vita.
Ma in molti altri casi le alienate erano solamente donne ritenute scomode,
indipendenti, dalla mente aperta e curiosa e quindi abbandonate nell’istituto
da padri e mariti.
Le alienate de Il ballo delle pazze erano quelle donne che Parigi non era in
grado di gestire.
Molti elementi del contesto storico in cui si inserisce la storia di Eugenie e Genevieve, protagoniste de Il ballo delle pazze, sono reali: la Salpêtrière esisteva davvero e aveva realmente il ruolo di ricovero per donne “ingestibili”; il medico Charcot, promotore di una scuola di pensiero che curava l’isteria attraverso l’ipnosi è davvero esistito, rese la Salpêtrière luogo famoso fu anche maestro di Freud. E Il ballo delle pazze era reale, solo che a chiamarlo così erano stati i giornali parigini bramosi di avere qualcosa di scomodo da raccontare.
Il ballo delle pazze era l’unica occasione in cui la Salpêtrière apriva al pubblico, e le donne ospiti della struttura potevano svagarsi pensando a cose frivole: Charcot era convinto degli effetti benefici di questa iniziativa, sebbene la popolazione parigina frequentasse la festa per pura curiosità, bramosa di osservare scene raccapriccianti.
In questo contesto si inseriscono gli elementi di finzione
del romanzo.
Protagonista de Il ballo delle pazze è
Eugenie, giovane di buona famiglia dallo spirito indipendente che per tutta la
vita ha nascosto un segreto: è in grado di vedere gli spiriti. La mente le si
apre quando casualmente le capita tra le mani un libro sullo spiritismo e viene
a conoscenza di una società di studiosi e scienziati che si riuniscono per
studiare l’argomento. Eugenie non fa in tempo a trovare il proprio posto in
quella società perché la famiglia, venuta a conoscenza di questa terribile
stranezza, la fa rinchiudere alla Salpêtrière.
Qui Eugenie conosce le pazze: Therese, da tutti chiamata La Magliaia, la più
anziana tra le alienate che si prende cura di tutte come una madre; Louise,
bistrattata nella sua giovane vita e illusa di poter ricevere una proposta di
matrimonio. E poi c’è Genevieve, l’Anziana, la capo reparto che non vuole avere
coinvolgimenti con le alienate ma che con l’arrivo di Eugenie cambierà
completamente il suo punto di vista.
Il ballo delle pazze è un romanzo storico con una narrazione femminile e femminista: le donne sono vittime, gli uomini non sono in grado di percepirle come esseri dotati di intelletto e indipendenza.
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A fine lettura non ho potuto far meno di pensare che se fossi vissuta in quel periodo storico, sicuramente sarei stata internata da un marito o un padre, con il mio carattere avrei rischiato davvero.
Anche se tutti sappiamo bene che il manicomio è stato usato fino a pochi anni fa anche in Italia per far tacere donne troppo indipendenti o semplicemente traumatizzate da parti difficili e depressioni varie.
In ufficio mi hanno sempre fatto pagare caro il fatto che non stessi zitta e rivendicassi situazioni di giustizia anche per le colleghe, con il risultato che mi hanno massacrato professionalmente e spezzato dentro. Adesso non mi importa nulla di parlare, tanto è una battaglia inutile. Devo stare zitta e ubbidire. Ho lottato e ho perso perchè non avevo nessuno a difendermi e i ricatti purtroppo sono un deterrente che funziona quando ti innescano la paura di conseguenze o licenziamento, colleghe comprese. Ho solo capito che dovevo fare la casalinga e salvarmi dalla cattiveria, dal veleno e dalle violenze psicologiche che il lavoro ti offre gratis a parte pochissimi casi.
No signori, il lavoro non nobilita, il lavoro ti distrugge dentro e sei solo alla mercè di uomini con il pisello che comandano e vogliono solo schiave e non persone pensanti. Se pensi, sei pericolosa.