Blu - Storia di un colore
Un
saggio, tanto per cambiare. Un libro che con argume descrive la storia sociale
del colore negli ultimi diecimila anni, dal neolitico ad oggi. E' la storia di
tutti i colori ma è imperniata sul blu, il colore oggi preferito in Occidente,
ma con un ruolo sociale molto debole nell'antichità. Per gli antichi romani era
il colore dei barbari e aveva connotazioni negative, tanto da preferire loro
stessi il bianco e il rosso. Le cose hanno iniziato a cambiare nel Medio Evo,
soprattutto nella religione e successivamente col romanticismo, facendo in modo
che oggi il blu sia il colore preferito
in Europa e in tutto l'Occidente. Interessante è la effettiva riflessione sulla
connessione sociale dei colori a cui venivano indicati regole e obblighi a
seconda della categoria di appartenenza, per esempio gli ebrei dovevano vestire
di giallo o di nero con qualcosa di giallo e le prostitute di rosso. La storia
del blu è la storia dei tintori e dei pigmenti nel medioevo e conseguentemente
nel rinascimento, dove apprendo che la scala dei colori di base era 3, con il
divieto assoluto di mischiare le tinte, per diventare poi 6 e usare finalmente
il blu e il giallo per fare il verde, cosa impensabile nel medioevo.
Addirittura c’erano leggi che vietavano al tintore di una colore di poter
tingere in un altro. Entrare nella storia dei colori significa toccare l’arte e
la pittura e insomma insieme alla storia dei popoli diverranno anche
l’incarnazione di idee politiche oltre che nel gusto dell’abbigliamento. Per
esempio in Francia il blu diventa anche e quindi un colore politico in cui si
identificano i difensori della Repubblica, i liberali e i moderati. Al blu si
opponeva politicamente il bianco che era invece il colore della monarchia.
Il
blu è soprattutto e anche la storia dei jeans, che tra l’altro voglio
raccontare perché non è scevra di un certo mistero, visto che il grande
incendio di San Francisco nel 1906, a seguito del terremoto, distrusse gli
archivi della Levi Strauss. Ma chi era costui? Il giovane Levi Strass, piccolo
venditore ambulante di New York di tela da tenda e da carri, grazie
all’incontro con un pioniere che gli spiega la necessità in California di
pantaloni più robusti e funzionali più che tele da tende ed è allora che lui
pensa di usare proprio quella tela resistente per tagliare dei pantaloni da
lavoro. Il successo è immediato; sono nati i Jeans che non sono ancora blu e
invece tendono ad un bianco cassè o bruno scuro. Questa tela molto dura da
lavorare verrà da lui stesso sostituita con il denim, tela di sargia tinta con
l’indaco e proveniente dall’Europa. Fu allora che nacquero i blue jeans. E
altra piccola curiosità, essendo questo cotone troppo pensate per assorbire
totalmente il colore, rendeva il colore non stabile e proprio questa
imperfezione ne decretò la particolarità.
La
percezione del colore è diversa da continente a continente, oriente e occidente
e quindi tanto per saperlo, lo dobbiamo solo al Giappone se noi oggi abbiamo i
colori in stampa brillanti, perché per loro la suddivisione dei colori è sempre
stata tra opaco o brillante.
Per
esempio per gli africani è fondamentale sapere se i colori sono secchi o umidi,
tenero o duro, liscio o rugoso, sordo o sonoro, allegro o triste. Il colore
quindi visto con altri parametri sensoriali, che per noi sono incomprensibili,
anche se anche per noi occidentali ma solo in un secondo momento, i colori sono
anche caldi o freddi. Quindi il blu come pace e armonia, equilibrio e
compostezza. Personalmente lo adoro, anzi è tra i miei colori preferiti oltre
il bianco e il crema. Direi però che sia un colore tiepido più che freddo. Voi
che dite?...
Il secondo libro
Mare al mattino – Mazzantini
Ormai bombardati quasi giornalmente da immagini di
immigrati che arrivano sui barconi, mi rendo conto di come “la notizia sia
senza anima”. Non lo capisco e non lo sento, tutto il dolore di quel viaggio
della speranza. Dico mi dispiace, ma che vuol dire? Non so nemmeno di cosa stò
parlando e certo non è questo libro a darmi il plauso per poterne parlare con
cognizione di causa. Però sono felice di aver trovato quasi per caso questo
libro della Mazzantini “mare al mattino”. E’ stato come entrare in un universo
sconosciuto, parallelo e lontano. E’ il racconto di una famiglia, la loro vita
nella normalità e poi la fuga dalla guerra in Libia. Una madre e suo figlio, il
deserto e la traversata in mare. La speranza e l’agonia, la morte. Una morte
diversa da quella del telegiornale raccontata in due parole e 2 minuti di
immagini, perché in ogni racconto ci si mette l’anima e una storia diventa
anche la nostra storia. Improvvisamente non più estranei e lontani, ma fratelli
e vicini. Le sensazioni che questo libro ti strappa, ti lasciano dentro un
segno. Parallela a questa la storia di una famiglia italiana emigrata al
contrario, i famosi tripolini. Il racconto dei nonni parla di case e
negozi che vengono devastati, i beni confiscati e chi esce in cerca di cibo
viene trucidato. Tutto viene confiscato, la partenza degli italiani, con una
valigia e 20 sterline a testa. Circa duemila ritornano a Roma.
Non è un reportage o un documento di cronaca, è sensazioni allo stato puro,
colori e profumi che strangolano la memoria dei ricordi in una nostalgia antica
e profonda. E’ il racconto di una mamma che dall’Italia
guarda con nostalgia la costa africana e racconta al figlio di come sia stata
costretta a fuggire con la cacciata degli stranieri ad opera del regime di Gheddafi,
e di come si sia sentita straniera in Italia.
Un piccolo libro che ti entra dentro con la forza
struggente delle parole e del mare, amico e nemico, vita e morte. Da leggere…
Vero, pero' tengo a sottolineare che i jeans sono nati a Genova, come puoi leggere anche su wikipedia ("Il termine inglese blue-jeans infatti si pensa derivi direttamente dalla frase bleu de Gênes ovvero blu di Genova in lingua francese.") :-)
RispondiEliminaA riguardo della prima parte del tuo post, trovo particolarmente interessante scoprire come anche i colori vengano apprezzati non tanto a seconda di un presunto cromatismo che magari la nostra mente e i nostri occhi apprezzano, ma - di nuovo, come quasi per tutto succede - per condizionamento culturale. Anche la concezione di bellezza femminile, ad esempio, è cambiata nei secoli: nel medioevo, epoca di carestie, a piacere di più erano le donne grasse, simbolo di benessere :-)
www.wolfghost.com
la stoffa veniva da Genova ma non sono nati a Genova
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