Questo libro mi ricorda la mia
prima vacanza da sola in montagna. Da poco separata volevo mettermi
in prova come persona che aveva sempre fatto tutto a due. Con il
treno raggiungo un paesino sperduto tra le montagne, dopo Bolzano,
cantone tedesco. Scopro una realtà e un mondo che ignoravo, non solo
dal punto di vista storico ma proprio a pelle, nelle sensazioni e nei
pensieri. Parlavano tutti tedesco malgrado fosse in Italia e solo con
i turisti si sforzavano di parlare italiano. Entrando in un forno ho
scoperto i panini che Haidi ha portato alla nonna di ritorno da
Francoforte e ho sorriso. Passeggiavo meravigliata in vie pulite e
ordinate, case ornate di fiori e alberi, tutto perfetto, tutto
così freddo. Era un mondo da me molto lontano e non riuscivo a capire bene cosa avevo intorno e la sensazione di disagio. Poi una visita guidata mi ha fatto capire. Il loro eroe sulla
cui tomba portano i turisti è un soldato tedesco, quando parlano
delle seconde case, dicono gli italiani hanno questo vizio qui. Eppoi
con una sofferenza che ho sentito sanguinare sulla mia ignoranza, il
racconto della violenza che hanno subito, dai nomi cambiati delle
persone, delle vie e delle cose, al divieto di parlare la loro vera
lingua e essere violentati in ogni cosa, in ogni fibra,
profondamente, dalla politica fascista. Giuro che mi sono vergognata
e sono stata tutto il tempo con un sentimento di scuse che non
potevo fare e un senso di colpa che non potevo avere. E’ stato
terribile. Bellissimi posti ma praticamente ci odiano. Ancora.
Ecco questo libro mi ha aiutato a capire questa sofferenza, che tanto è rimasta impressa nel mio cuore.
23 luglio 1929
Roma vieta la lingua tedesca nella Provincia di Bolzano
Da Roma viene imposto l'uso della
lingua italiana in ogni forma di comunicazione pubblica nella
provincia di Bolzano.
Il 28 ottobre 1922 i fascisti marciarono su Roma. Il giorno seguente, il Re trasmise il governo e, di conseguenza, il potere dello Stato al Duce, capo del partito fascista, Benito Mussolini. I fascisti proclamarono, come vessillo di lotta, l’annientamento della minoranza tedesca.
Il loro programma può essere suddiviso in tre punti: snaturalizzazione dei sudtirolesi, massicci insediamenti italiani, allontanamento dei sudtirolesi dalla loro terra.
Il 28 ottobre 1922 i fascisti marciarono su Roma. Il giorno seguente, il Re trasmise il governo e, di conseguenza, il potere dello Stato al Duce, capo del partito fascista, Benito Mussolini. I fascisti proclamarono, come vessillo di lotta, l’annientamento della minoranza tedesca.
Il loro programma può essere suddiviso in tre punti: snaturalizzazione dei sudtirolesi, massicci insediamenti italiani, allontanamento dei sudtirolesi dalla loro terra.
Con decreto del prefetto fascista,
l’insegnamento in lingua tedesca fu proibito e punito.
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Nei libri ritroviamo sempre pezzi della nostra vita, belli o brutti che siano stati. È il loro lato magico.
RispondiEliminaCiao.
Assolutamente d'accordo. Ciao
EliminaBellissimo romanzo.
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