Claude
Lèvi-Strauss
BABBO
NATALE GIUSTIZIATO
Il pomeriggio del 24 dicembre 1951 sulla piazza
della cattedrale di Digione era radunata una piccola folla. C’erano molti
curiosi, molte famiglie devote, tutti i sacerdoti della città e 250 bambini,
orfani ospitati negli istituti cattolici, condotti là per l’evento. Alle tre
circa, due impiegati della diocesi si fanno largo tra le persone scortando un
fantoccio, lo dichiarano colpevole di “usurpazione ed eresia”, lo impiccano
alla cancellata e quindi lo bruciano su una pira. Al termine dell’esecuzione
viene diramato il seguente comunicato: “In rappresentanza di tutte le
famiglie cristiane della parrocchia desiderose di lottare contro la menzogna,
250 bambini, raggruppati davanti alla porta principale della cattedrale di
Digione, hanno bruciato Babbo Natale. Non si è trattato di un’attrazione, ma di
un gesto simbolico. Babbo Natale è stato sacrificato in olocausto. A dire il
vero, la menzogna non può risvegliare nel bambino il sentimento
religioso e non è in nessun modo un metodo educativo […]”.
Questo avvenimento ha dato a Claude Lévi-Strauss
lo spunto per un articolo dal titolo Le Père Noël supplicié [ed. it.
C. Lévi-Strauss, Babbo Natale giustiziato, Sellerio, Palermo
(1995)] in cui si pone la domanda che nessuno – né il vescovo di Digione,
né il sindaco che avrebbe fatto resuscitare il giustiziato quello stesso
pomeriggio – sembrava essersi posto: per quale motivo la figura di Babbo Natale
(o quella delle zucche di Halloween, per rifarci a polemiche più vicine a noi)
suscita una tale emozione da diventare l’oggetto dell’animosità di alcuni?
La cosa, è chiaro, è poco cristiana visto che
mentre i pagani pregavano i morti, i cristiani dovrebbero
pregare per i morti. Ed è chiaro anche – postilla del XXI
secolo – per quale motivo ci si scagli tanto contro Halloween, festa
americana-anglosassone da noi molto polemizzata. In fin dei conti l’uomo
moderno avrà pure il diritto ad essere pagano.
Una lettura deliziosa che vi consiglio anche solo
per la naturale riflessione filosofica che ne scaturisce leggendo tra le righe
e le parole.
E’ un viaggio nelle leggende e nei riti pagani di
tutti i popoli che tanto invero si assomigliano nel messaggio e nella
protezione verso i bambini e la loro innocenza.
Ora vi lascio con una riflessione. Ipotizziamo
all’inizio della colonizzazione di Babbo Natale un industriale della carta che
si reca negli Stati Uniti dove nota la fabbricazione di modelli di carta speciale
per gli imballaggi di Natale. Copia l’idea e la porta per esempio a Parigi.
Ebbene, la casalinga di Parigi che scende a comprare
la carta per impacchettare i regali nella cartoleria sotto casa, nota in
vetrina una carta graziosa e di fattura accurata. Non sa nulla delle abitudini
americane ma quella carta soddisfa un’esigenza estetica ed esprime una
disposizione affettiva già presente, prima che trovasse modo di manifestarsi.
Acquistandola, la signora acquisisce un’usanza straniera nel modo in cui è l’usanza,
appena conosciuta, a stimolare in lei la comparsa di un piacere e di un gusto
che in fondo era già latente dentro di lei e mancava solo il suo manifestarsi.
Quindi quando ci domandiamo come possano le feste
oltreoceano o non a prendere piede e quindi ad espandersi anche in altri Paesi
e Continenti, è solo la risposta a qualcosa che è già dentro di noi e trova
nella manifestazione dell’usanza il suo riconoscimento. Halloween in fondo è
stato dentro di noi in altre forme e sistemi, è arrivato sollecitato da
letteratura druida e nordica, feste e riti che in fondo alla fine noi abbiamo
riconosciuto nella notte dei morti in cui si festeggiano i morti come un
sentimento che non ha paura della morte, anzi lo beffeggia. Non aver paura
della morte è un sentimento pagano e quindi una risposta che alcuni
aspettavano.
Voi che dite?
Probabilmente hai ragione. Viviamo nel mondo della globalizzazione e veniamo spesso a contatto con altre usanze e costumi, finendo di adottare quelli che più ci piacciono.
RispondiEliminaIn effetti, è molto meglio avere paura dei vivi piuttosto che dei morti!
assolutamente si... fin da piccola "l'uomo nero" mi ha fatto sempre più paura dei "fantasmi"... ciao cara
EliminaPer tutto quanto riguarda la sfera dei sentimenti e della religione io sono per il "vivi e lascia vivere". Perchè voler a tutti i costi imporre, anche in nome della tradizione, un determinato modello? Finchè non danneggi nessuno, che ognuno sia libero di credere, festeggiare, pregare chi vuole senza rompere le scatole al suo vicino.
RispondiEliminacondivido in pieno il tuo pensiero e aggiungo che è anche molto bello abbracciare questa energia positiva, non sò, ci rende migliori dentro oltre che in sintonia con l'energia universo
EliminaLa cultura religiosa è molto difficile da sradicare nel nostro Paese e non è detto che lo si debba per forza fare. Ho letto molti libri di Augias che vanno a fondo nel cristianesimo e mi hanno aperto un mondo: certo il suo punto di vista è da non credente, ma la conoscenza prescinde da tutto il resto. A me non piace Halloween, ma solo per il fatto che è diventata forzata e di tendenza come San Valentino, l'8 Marzo e tutte le altre. Quindi penso che le due celebrazioni debbano coesistere a sostegno della libertà indivuduale.
RispondiEliminavivi e lascia vivere dice Giulio... condivido nella piena coesione e tolleranza di tutto ciò che è religioso e pagano perchè ciò che è stato pagano è all'origine di tutto il religioso di oggi
EliminaUna lettura molto interessante :-) io adoro i testi nei quali trovo le spiegazioni e gli studi per dare un perchè a domande che pochi si pongono,ma che hanno delle risposte veramente interessanti. Il Natale,come la Pasqua e altre feste,di cristiano,veramente cristiano,ha conservato poco,viste le varie influenze pagane.
RispondiEliminaadoro trovare articoli o testi così interessanti da darmi spunti di riflessione o semplicemente collegamenti che cercavo da tempo
EliminaMolto interessante la tua riflessione. Mi ha sempre affascinata e sorpresa il parallelo, la coincidenza perfetta fra antichi riti/feste pagane e le celebrazioni cristiane, che su quelle si sono modellate ed adattate. Alla fine, tutto ritorna su uno stesso punto...
RispondiEliminasi lo penso anche io
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