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martedì 26 novembre 2013

Una lettura... una riflessione...



Claude Lèvi-Strauss
BABBO NATALE GIUSTIZIATO

Il pomeriggio del 24 dicembre 1951 sulla piazza della cattedrale di Digione era radunata una piccola folla. C’erano molti curiosi, molte famiglie devote, tutti i sacerdoti della città e 250 bambini, orfani ospitati negli istituti cattolici, condotti là per l’evento. Alle tre circa, due impiegati della diocesi si fanno largo tra le persone scortando un fantoccio, lo dichiarano colpevole di “usurpazione ed eresia”, lo impiccano alla cancellata e quindi lo bruciano su una pira. Al termine dell’esecuzione viene diramato il seguente comunicato: “In rappresentanza di tutte le famiglie cristiane della parrocchia desiderose di lottare contro la menzogna, 250 bambini, raggruppati davanti alla porta principale della cattedrale di Digione, hanno bruciato Babbo Natale. Non si è trattato di un’attrazione, ma di un gesto simbolico. Babbo Natale è stato sacrificato in olocausto. A dire il vero, la menzogna non può risvegliare nel bambino il sentimento religioso e non è in nessun modo un metodo educativo […]”.
Questo avvenimento ha dato a Claude Lévi-Strauss lo spunto per un articolo dal titolo Le Père Noël supplicié [ed. it. C. Lévi-Strauss, Babbo Natale giustiziato, Sellerio, Palermo (1995)] in cui si pone la domanda che nessuno  – né il vescovo di Digione, né il sindaco che avrebbe fatto resuscitare il giustiziato quello stesso pomeriggio – sembrava essersi posto: per quale motivo la figura di Babbo Natale (o quella delle zucche di Halloween, per rifarci a polemiche più vicine a noi) suscita una tale emozione da diventare l’oggetto dell’animosità di alcuni?
La cosa, è chiaro, è poco cristiana visto che mentre i pagani pregavano i morti, i cristiani dovrebbero pregare per i morti. Ed è chiaro anche – postilla del XXI secolo – per quale motivo ci si scagli tanto contro Halloween, festa americana-anglosassone da noi molto polemizzata. In fin dei conti l’uomo moderno avrà pure il diritto ad essere pagano.
Una lettura deliziosa che vi consiglio anche solo per la naturale riflessione filosofica che ne scaturisce leggendo tra le righe e le parole.
E’ un viaggio nelle leggende e nei riti pagani di tutti i popoli che tanto invero si assomigliano nel messaggio e nella protezione verso i bambini e la loro innocenza.
Ora vi lascio con una riflessione. Ipotizziamo all’inizio della colonizzazione di Babbo Natale un industriale della carta che si reca negli Stati Uniti dove nota la fabbricazione di modelli di carta speciale per gli imballaggi di Natale. Copia l’idea e la porta per esempio a Parigi.
Ebbene, la casalinga di Parigi che scende a comprare la carta per impacchettare i regali nella cartoleria sotto casa, nota in vetrina una carta graziosa e di fattura accurata. Non sa nulla delle abitudini americane ma quella carta soddisfa un’esigenza estetica ed esprime una disposizione affettiva già presente, prima che trovasse modo di manifestarsi. Acquistandola, la signora acquisisce un’usanza straniera nel modo in cui è l’usanza, appena conosciuta, a stimolare in lei la comparsa di un piacere e di un gusto che in fondo era già latente dentro di lei e mancava solo il suo manifestarsi.
Quindi quando ci domandiamo come possano le feste oltreoceano o non a prendere piede e quindi ad espandersi anche in altri Paesi e Continenti, è solo la risposta a qualcosa che è già dentro di noi e trova nella manifestazione dell’usanza il suo riconoscimento. Halloween in fondo è stato dentro di noi in altre forme e sistemi, è arrivato sollecitato da letteratura druida e nordica, feste e riti che in fondo alla fine noi abbiamo riconosciuto nella notte dei morti in cui si festeggiano i morti come un sentimento che non ha paura della morte, anzi lo beffeggia. Non aver paura della morte è un sentimento pagano e quindi una risposta che alcuni aspettavano.
Voi che dite?  

10 commenti:

  1. Probabilmente hai ragione. Viviamo nel mondo della globalizzazione e veniamo spesso a contatto con altre usanze e costumi, finendo di adottare quelli che più ci piacciono.
    In effetti, è molto meglio avere paura dei vivi piuttosto che dei morti!

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    1. assolutamente si... fin da piccola "l'uomo nero" mi ha fatto sempre più paura dei "fantasmi"... ciao cara

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  2. Per tutto quanto riguarda la sfera dei sentimenti e della religione io sono per il "vivi e lascia vivere". Perchè voler a tutti i costi imporre, anche in nome della tradizione, un determinato modello? Finchè non danneggi nessuno, che ognuno sia libero di credere, festeggiare, pregare chi vuole senza rompere le scatole al suo vicino.

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    1. condivido in pieno il tuo pensiero e aggiungo che è anche molto bello abbracciare questa energia positiva, non sò, ci rende migliori dentro oltre che in sintonia con l'energia universo

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  3. La cultura religiosa è molto difficile da sradicare nel nostro Paese e non è detto che lo si debba per forza fare. Ho letto molti libri di Augias che vanno a fondo nel cristianesimo e mi hanno aperto un mondo: certo il suo punto di vista è da non credente, ma la conoscenza prescinde da tutto il resto. A me non piace Halloween, ma solo per il fatto che è diventata forzata e di tendenza come San Valentino, l'8 Marzo e tutte le altre. Quindi penso che le due celebrazioni debbano coesistere a sostegno della libertà indivuduale.

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    1. vivi e lascia vivere dice Giulio... condivido nella piena coesione e tolleranza di tutto ciò che è religioso e pagano perchè ciò che è stato pagano è all'origine di tutto il religioso di oggi

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  4. Una lettura molto interessante :-) io adoro i testi nei quali trovo le spiegazioni e gli studi per dare un perchè a domande che pochi si pongono,ma che hanno delle risposte veramente interessanti. Il Natale,come la Pasqua e altre feste,di cristiano,veramente cristiano,ha conservato poco,viste le varie influenze pagane.

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    1. adoro trovare articoli o testi così interessanti da darmi spunti di riflessione o semplicemente collegamenti che cercavo da tempo

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  5. Molto interessante la tua riflessione. Mi ha sempre affascinata e sorpresa il parallelo, la coincidenza perfetta fra antichi riti/feste pagane e le celebrazioni cristiane, che su quelle si sono modellate ed adattate. Alla fine, tutto ritorna su uno stesso punto...

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