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mercoledì 18 marzo 2015

I 10 Comandamenti



Ci sono cose che arrivano nella tua vita e ti cambiano completamente e allora ti chiedi perché non sono arrivate prima, visto che sono in meglio e forse ti rispondi che semplicemente non eri pronta. Ecco a me è accaduto proprio questo. Non avrei mai pensato frequentando il corso-studio sui 10 Comandamenti in una parrocchia di Roma di essere stata così fortunata nell’aver per caso incrociato proprio quel qualcosa che finalmente mi ha cambiato in meglio dandomi la serenità e l’equilibrio che cercavo da tutta una vita praticamente.
Io non posso spiegare a parole quello che è successo dentro di me perché non avrei nemmeno le parole per spiegarlo ma invito chiunque mi ascolti a fare questo percorso di studio, perché ti cambia completamente la vita, anche se sei ateo e non credi in Dio. Spiegare come è difficile se non si prova personalmente. Io posso solo testimoniare che ho chiuso tutti i conti con il mio passato tramite una visione psicologica sulla vita non fondata sulla teoria froidiana.
Vi invito a provare e cercare questi corsi vicino casa vostra e sono sicura che mi ringrazierete, perché semplicemente, ti cambia la vita. Dire in meglio è poco e riduttivo e non rende l’idea della bellissima sensazione che adesso mi porto dentro e sono solo al quarto comandamento. Io da credente posso solo pensare che Dio mi ha chiamata per essere e diventare una persona migliore come  non lo ero da anni. Ma questo è un mio percorso personale anche di fede e quindi non voglio influenzare nessuno. Confesso che ho cercato i 10 comandamenti su internet perché non li ricordavo. Ma adesso sono felicissima di essere andata, ripeto per caso, o forse no. 
Gli esempi di vita reale ti aiutano a capire molto cose con un approccio semplicemente nuovo e il modo di farlo è così moderno che non sembra nemmeno di essere in una Chiesa.
Elisa 
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vi allego quello che ho trovato su internet su questo percorso di studio ma potete farlo anche voi tramite i motori di ricerca:  





A scuola di 'Dieci Comandamenti'

La maggior parte dei fedeli non ne ricorda nemmeno uno, ma ne è attratta. Per questo aumentano a dismisura i corsi nelle parrocchie italiane. 
 
A scuola di 'Dieci comandamenti'. E' boom, in tutto il Paese, di corsi nelle parrocchie che hanno al loro centro la riscoperta delle tavole della legge date da Dio a Mose' sul monte Sinai. Italiani interessatissimi all'argomento anche se il piu' delle volte, ammettono i preti prof, non ne ricordano nemmeno uno. "Il 90% dei fedeli non sa proprio quali siano i comandamenti", dice all'Adnkronos don Fabio Pieroni, sacerdote che nella chiesa di San Bernardo di Chiaravalle, nella periferia di Roma, ha messo in piedi una comunita' di fedeli che arrivano da tutta la citta' per ascoltare le sue lezioni.

Sara' l'ignoranza, sara' soprattutto, per dirla con le parole del vicentino fra Lorenzo Raniero, che i comandamenti "hanno un linguaggio esistenziale che arriva subito al sodo", fatto sta che da quando Mose' e' entrato nelle parrocchie, i corsi sui Dieci comandamenti sono letteralmente presi d'assalto. Pioniere dell'iniziativa e' stato don Fabio Rosini, parroco di Santa Francesca Romana, nella capitale, il primo ad ideare i corsi per i fedeli.

La chiesa, al momento delle lezioni, "registra il tutto esaurito", come riconoscono gli stessi 'allievi' che raccontano su facebook di come questi incontri possano cambiare la vita. Eppure in tanti non li conoscono. "C'e' molta ingnoranza in materia - confessa don Fabio Pieroni - eppure la gente sente un grande bisogno di riscoprirli per riscoprirsi. Le lezioni vogliono essere un aiuto a conoscere la morale della Chiesa e in questo modo molti imparano a vivere".

Tanto per rispolverarli, al primo comandamento si ricorda di 'Non nominare il nome di Dio invano'. I problemi di memoria, per molti fedeli, arrivano gia' con il secondo 'Ricordati di santificare le feste'. I corsi seguono nei minimi dettagli le tavole di Mose'. E cosi', a volte, sul singolo comandamento ci si sta per piu' lezioni. Particolarmente gettonato nei dibattiti e' il sesto comandamento, quello che invita a 'non commettere adulterio'. Non che riguardi tutti, ma come dice fra Lorenzo Raniero che insieme a fra Fabio e a fra Devis insegna i 'comandamenti' nel convento francescano di San Pancrazio, a Barbarano Vicentino, "il fatto e' che i Dieci comandamenti hanno un linguaggio concreto. E' ricco di esemplificazioni che richiamano la quotidianita' della gente. Tutti ci si possono ritrovare".

E' sicuramente questo l'aspetto che ha colpito Paolo, un fedele che, parlando delle lezioni seguite nella parrocchia romana retta da don Fabio Rosini, il 'guru' dei comandamenti dal quale si recano anche tanti sacerdoti per apprendere, dice su Facebook: "ho fatto i dieci comandamenti a Roma con don Fabio. Mi ci sono trovato per far piacere ad un'amica e ho finito con l'andarci da solo fino all'ultimo incontro. Mi ha cambiato la vita".

Le lezioni sulle tavole di Mose' riescono a fare breccia anche su chi non va abitualmente in chiesa. "Trascinata dalle amiche - confida sul web un'altra ragazza - ho fatto i 10 comandamenti con Fabio Pieroni e Giuseppe Tonello nella parrocchia S.Bernardo di Chiaravalle. Premetto che non ho mai frequentato assiduamente contesti parrocchiali, ma i 10 comandamenti mi hanno decisamente cambiato la vita".

Altra parrocchia, stesso corso. Grande folla pure alle lezioni tenute da fra Michele Rivoira al convento dei frati cappuccini di Bra, a Cuneo. " I 'Dieci comandamenti' - motiva l'alta adesione il frate - coinvolgono a livello personale e danno un conforto nel cammino di ciascuno". La sete di conoscere le tavole di Mose' e' tale che a don Fabio Pieroni, nel tempo libero abile nuotatore nonche' campione regionale, capita anche di tenere incontri a bordo piscina, tra una vasca e l'altra.

Partiti dalla capitale dall'intuizione di don Fabio Rosini, le lezioni sui 'Dieci comandamenti', insomma, hanno contagiato tutta Italia. "E non c'e' nemmeno il bisogno di pubblicizzarli -osserva don Pieroni-. La gente viene per un semplice passaparola". 



venerdì 6 marzo 2015

Festa delle donne

L’origine è controversa. Alcuni pensano nasca nel 1909, negli Stati Uniti, per volere del partito socialista che indicò, nell’ultima domenica di febbraio, una giornata per manifestare a favore del voto femminile. E passa nel 1917 all’8 marzo, grazie a una manifestazione russa, guidata da donne, per la conclusione della prima guerra mondiale o forse l'origine è stata la strage delle operaie nella fabbrica della morte che le aveva imprigionate per lavoro. PRIGIONIERE... ecco siamo con piccoli lacci e laccetti sempre e ancora prigioniere.
Prigioniere dell'amore, delle conseguenze, di uomini immaturi, di orari di lavoro poco flessibili, di datori di lavoro ancora meno, di welfare mai esistito se non sulle spalle di una donna in senso alla famiglia...
Passi avanti?!! non saprei... di questo amore l'uomo ne fa morte e possessione e marchio di assoluto re del tuo destino come se fossimo sempre e ancora una cosa loro ...perchè loro senza di noi, sono niente.
La nostra indipendenza li spaventa e li disorienta tanto da volerci annientare in una sottomissione politica e sociale. E' per questo che in tutto questo si elevano solo le puttane, e non parlo di coloro che vendono il proprio corpo, ma di coloro che vendono la propria anima per corteggiare il potere degli uomini e il loro plauso.

Siamo in un medioevo moderno fatto di illusione. Questo dobbiamo insegnare alle nostre figlie.

Che il cammino non solo è ancora lungo ma soprattutto in salita



La mimosa, fiore scelto da Teresa Noce e Teresa Mattei per rappresentare questa ricorrenza, arriva l’8 marzo del 1946, con la fine della guerra in Italia, perché fiorisce i primi giorni di marzo.

È una celebrazione femminile e potresti strappare un sorriso grato a una donna che ami regalandole una mimosa.
Come scrive e canta John Lennon in Woman:
Donna, so che tu comprendi / il bambino che è nell’uomo / Ti prego, ricordati che la mia vita è nelle tue mani / E donna, tienimi stretto al tuo cuore / Anche se siamo distanti, non separiamoci / Ti amo sì / Ora e per sempre.