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lunedì 29 marzo 2021

Un piccolo angolo

Effettivamente non posso dire che Parigi sia passata nella mia vita senza lasciare segno, addirittura un acquisto è stato fatto prima che andassi a Parigi, due anni fa. 

Mi piace, che dire.

Mi accingo ad iniziare un nuovo libro. Entro con piacere ed aspettative, sperando che mi piccia e che mi regali bei momenti...credo sia la sensazione di ogni lettore.
 

Non volendo sto seguendo il filo del libro precedente, visto che parla di una figlia che legge ad una mamma in coma, sperando che le parole facciano la differenza.

Il silenzio è una buona compagna, ma anche Candy che russa sommessamente, non è da meno... he he

No, scherzo, è una silenziosa compagnia, ma mi piace tanto averla vicina quando leggo.


 

venerdì 26 marzo 2021

Beati libri

 

In questo periodo, per fortuna o per caso, riesco a leggere molto e i libri mi fanno davvero tanta compagnia.

Una mia collega mi ha prepasto un giallo di Carofiglio per farmi conoscere l'autore che non avevo mai letto. Un giallo scorrevole e semplice, ma allo stesso tempo piacevole.

I gialli pensavo che non fossero essere il mio genere, ma poi invece quando mi capitano tra le mani, alla fine mi piacciono.

Io ho solo letto tutta la serie Camilleri - Montalbano e sporadicamente qualche altro autore, ma non credo di essere proprio una appassionata. Solo che mi stanco a leggere solo romanzi e quindi ben vengano parentesi diverse, che poi alla fine si collegano sempre a qualcosa che avevo in sospeso nel tempo.

Invece sempre della serie gialli, ho comprato per puro caso (o forse no) l'ultimo libro della serie Commissario Schiavone - Giallini. Che tra l'altro seguo da anni e non avevo mai pensato di leggere un suo libro.
Essendo l'ultima puntata, ho sperimentato il fatto di aver letto prima la trama e a rigor di logica, sarebbe dovuto essere meglio, invece ero totalmente spiazzata. Questo perchè hanno tralasciato tantissimi particolari e scene sul film che invece erano importanti per capire la situazione, facendo degli inspiegabili tagli al libro, riuscendo miseramente a togliere anima alla puntata tv.

"Le gratitudini" invece è stato un piccolo libro tenerissimo, che mi ha fatto molto riflettere sulla situazione di diventare anziani perdendo l'uso delle parole e della memoria. Malgrado quello che sei stata, dico io. Speriamo tutti di non arrivare a questo, ma non sappiamo quello che il destino ha in serbo per noi.

Questa signora lascia per sempre la sua casa, sapendo che non ne farà più ritorno e questo mi ha fatto inevitabilmente pensare a mio nonno, e a mia mamma, che sono usciti non rientrando più.

Malgrado ciò è un romanzo e ha un lieto fine, quindi diciamo che è una lettura piacevole che scorre veloce in poche ore.

Ringrazio in questo momento i libri brevi, non credo riuscirei a stare su  un tomo di 300 pagine.

venerdì 12 marzo 2021

I libri ci scelgono

 

"LE GRATITUDINI"


 I libri arrivano per caso o per fortuna, dico sempre io. Perchè è da un po’ di tempo che applico tutte le mattine, le gratitudini. Cioè ringrazio per le piccole cose. Un giorno il letto caldo, un giorno il sole, un giorno la serenità, un giorno il bagno in casa, e fare questo mi sta cambiando. Mi accorgo che sono più felice di quello che ho e non sento il desiderio di altro, perché c’è chi non ha proprio niente. E quindi per una questione di empatia sono entrata in questo piccolo libro che davvero si legge in due sere, con una specie di riserbo e timidezza verso le gratitudini di questa donna che sta perdendo lentamente le parole … Lo smarrimento di questa donna ti entra dentro e lo senti in ogni fibra del tuo intimo, perché in fondo è la paura di ogni persona, puo’ succedere, no?

Tenero direi, e in fondo è una lettura scorrevole.

La protagonista si chiama Michka e sta perdendo le parole. Ora che le lettere e i suoni si agitano nella sua testa in un turbinio incontrollabile, l'anziana signora deve arrendersi all'evidenza: ha bisogno di un nuovo inizio. Anche se questo significa scendere a patti con un'esistenza a metà. Nella casa di riposo in cui si trasferisce, a Michka rimangono le visite di Marie, un'ex vicina che da bambina passava molto tempo con lei, e le sedute settimanali con Jérôme, un giovane ortofonista che la aiuta a ritrovare le parole.
Michka per tutta la vita è stata correttrice di bozze in una grande rivista, ma ora non riesce piú a orientarsi nella nebbia di lettere e suoni che si addensa nella sua testa. Quando lascia il suo accogliente appartamento parigino, e fa l’elenco di tutto ciò che ha regalato e che ha lasciato sapendo che non tornerà mai più. Doloroso direi. E allora Michka si piega, con una certa riluttanza, al ritmo fiacco delle giornate «da vecchia», alle stravaganze degli altri «resistenti», ai sogni infestati dalla temibile direttrice, perché solo nei sogni lei trova le parole.

Confinata nella sua stanzetta asettica, sempre piú fragile e indifesa, a Michka non resta che consolarsi con le visite di Marie e le chiacchierate con Jérôme, il giovane ortofonista che lavora nella casa di riposo. Il ragazzo, infatti, ha ceduto presto alla tenera civetteria della sua paziente discola – gli esercizi per il linguaggio «la sfioriscono» –, che vuole solo raccontare e farsi raccontare. A poco a poco, però, le parole si fanno piú rare, barcollanti, e, anche se non ha perso il senso dell'umorismo, Michka è consapevole di non poter deviare l'inesorabile corso degli eventi. Ed è proprio per questo che vorrebbe realizzare un ultimo, importante desiderio: ringraziare la famiglia che l'accolse durante la guerra e che di fatto le salvò la vita. Saranno Marie e Jérôme ad aiutarla, perché anche loro conoscono il valore inestimabile di un semplice «gratis», come direbbe Michka.

GRAZIE

lunedì 8 marzo 2021

8 marzo

Non posto la mimosa, non mi rappresenta.

Le rose invece indicano tutta la bellezza di essere femmina e le spine della vita.

Perchè di questo si tratta.

Io ho sempre lavorato, da quando ho finito il triennale magistrale Montessori, avevo 17 anni.

Adesso ne ho 54 e sono stanca.

Sono stanca di alzarmi presto la mattina e fare un'ora di traffico, di lavorare fuori casa per 8 ore e rientrare sempre con il traffico. Cinque su 7 e sono anche fortunata, visto che tanti lavorano sei su 7. Sono sempre stata pendolare. Quando mio figlio era piccolo, uscivo alle 6.30 per non trovare la Tiburtina bloccata e arrivare a scuola alle 8.00 e io in ufficio alle  9.00. Queste cose che si fanno quando si devono fare, le paghi dopo, paghi tutto dopo. Abitare fuori Roma è stata allora una scelta, ma la bella casa con il giardino ha preteso un prezzo troppo alto.

Eppure se questo virus mi ha insegnato qualcosa, è il diritto a stare a casa. 35 anni di lavoro sono tanti e si dovrebbe avere libero accesso alla pensione.

Invece in questa dittatura mascherata da democrazia, ci dicono quando dobbiamo andare in pensione, senza considerare il nostro vissuto, che non è uguale per tutti.

Io ho preso psicofarmaci per 20 anni, per alzarmi dal letto e vivere, semplicemente. Al lavoro mi sono fatta massacrare dai miei capi che mi hanno umiliata, usata e mobbizzata da sempre. Violenze psicologiche che si infilano dentro la pelle con cicatrici e ferite che non si rimarginano. Professionalità mai riconosciute e promesse mai mantenute, mentre ti passano tutte davanti. Prima perchè devi acquisire la professionalità eppoi una volta che dovresti avere il giusto riconoscimento, arrivano le 20enni che sono tanto fiche je je... e tu ormai se giurassica. Ma poi sono le parole, quelle che fanno più male. Quando ti urlano contro, quando non ti rispettano anche nelle piccole cose, e tu non hai nessuno che ti difende e soprattutto devi dire sempre si, per paura e per ingenuità. Quando ho abortito del secondo figlio e avevo mio figlio di 6 anni (una scelta dolorosissima ma necessaria) sono stata malissimo e rientrata in ufficio, sono stata processata davanti a tutte le mie colleghe e i capi. Il capo del personale mi ha detto che una mucca ci metteva meno a sgravare. Ho fatto la segretaria e insieme anche il sito. L'ho scritto dall'inizio, pagina per pagina, prima dell'html, prima di front page, prima che arrivassero le piattaforme più facili. 20 anni ... Che stupida! E comunque non devi parlare, non devi denunciare, perchè te la fanno pagare, eccome se le la fanno pagare. Devi stare zitta e amen.
E in questo hai un matrimonio da mandare avanti che poi diventa una separazione, con tutto quello che ne consegue. La fatica, la fatica di stare sempre su due fronti non è mai stata riconosciuta, e quindi che cavolo abbiamo ottenuto? Niente. E si continua a festeggiare cosa? Tutto quello che abbiamo perso per strada e che non vediamo veramente. Paghiamo caro tutto e niente sconti. Si, sono amareggiata.

Dovevo pagare un mutuo, ma visto che non sempre il lavoro nobilita, anzi umilia, forse era il caso che non continuassi, in fondo volevo fare la mamma e la moglie. Avere il diritto di scegliere di stare a casa, che non ho potuto scegliere invece.

Adesso quando sento parlare solo di lavoro alle donne, penso che non abbiamo capito niente.

La dignità di una donna che lavora da sempre è anche poter fare la nonna e non ha senso che tutte dobbiamo lavorare fino a 67 anni. Perchè?

I ruoli sono quelli che si è liberi di scegliere, senza obblighi. Io dico che ci sono tante donne oggi che vorrebbero stare a casa a crescere i figli, cucinare e pulire, andare in palestra, uscire con le amiche, leggere e fare tante cose... Ma con uno stipendio italiano non si può. In Francia c'è il minimo retributivo, 2000 euro, se si potesse farlo anche da noi, la società sarebbe diversa.

#8 marzo# basta con le solite parole da anni... è tempo di reagire.

giovedì 4 marzo 2021

"LA RUPE DEGLI SGUARDI LONTANI"


Un libro arrivato per caso per curare il cuore e l’anima

Alla fine mi sono resa conto che è una favola, ma è stato così bello fare questo viaggio, che lo consiglio a tutti coloro che hanno un cane o che lo hanno perduto.

La prefazione del libro parla dell’amore che ci lega ai nostri animali… “Quando un amico a quattro zampe entra nelle nostre case comincia un percorso d'amore straordinario che ci riempie il cuore e ci rende migliori. Il viaggio insieme a loro sembra terminare quando arriva il temuto e doloroso momento in cui il nostro compagno peloso capisce che è tempo di andare.
Emanuele Grandi ci accompagna in questi istanti regalandoci il conforto di saperli felici e la speranza di ritrovarli, un giorno, ad aspettarci”.

 
In realtà la storia è tenerissima. Un bambino che legge questo libro e una mamma che guarisce … ma le storie non sono solo inventate. Per esempio l’autore ha inserito tutte le storie di cronaca degli ultimi anni… e quindi sul ponte arriva Angelo, il cane che è stato impiccato e picchiato in calabria da 4 mostri, o la cagnolina che è stata lanciata dal balcone dal papà del bimbo piccolo. Insomma c’è di tutto, dai randagi ai cani anziani, addirittura c’è anche Argo, il cane di Ulisse, e devo dire che a distanza di un anno, solo ora ho avuto il coraggio di andare su you tube a vedere il video di “Angelo” e di come è stato ucciso e torturato. Ho pianto e la scena mi è stata dentro per 2 giorni. Sono stata male, ma capisco che lo dovevo fare. Anche se il muso di Angelo mi rimarrà nel cuore per sempre, oltretutto assomiglia alla mia Candy.

Posso dire che questo libro può essere letto da adulti e bambini, o meglio da adulti che lo leggono ai loro bambini. Bellissimo
#angelo#mostri#