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martedì 5 maggio 2015

Il sapore delle cose perdute...

Difficile trovare il modo giusto per spiegare un libro cosi intenso senza svelarne i segreti più intimi che la storia stessa nasconde. Una  trama complicata emotivamente profonda che lascia un lungo segno dentro, indipendentemente da come ci trova psicologicamente.
Questo libro ti fa immergere in paure comune di solitudine, autolesionismo, indifferenza, abbandono, adozioni, voglia di amare e di essere accettati e amati.
 La solitudine non ha età... dice la trama.
Ma nello stesso tempo ti trascina dentro i suoi profumi e sapori intensi con ricette che sono a noi estranee ma che ci fanno sentire un profondo bisogno di legare il nostro cibo e i nostri sapori alle nostre origini, perchè sempre evocano intense emozioni.
La ricerca di una ricetta di un pesce pescato solo sulla rive del Tigri ed Eufrate (masgouf) conduce tutte le protagoniste di questo libro alla risposta che cercavano dentro di loro. Ambientato a New York parla di emigrazione e di cardamono, di miele, di arance... insomma di cucina e non solo.
E' un libro molto malinconico ma nello stesso tempo bellissimo. Non mi sento di consigliarlo come la lettura del secolo ma solo se si hanno tre ore da perdere.