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lunedì 29 ottobre 2012

Un libro... una verità nascosta

Diciamo che nella vita è tutto una questione di punti di vista...

Interessante questo libro della Schelotto "Noi due sconosciuti", gentilmente prestato da una mia cara amica, prestito Biblioteca.
La Schelotto parla di rapporti affettivi, non solo tra uomo e donna, ma anche genitori e figli o amici.

Forse nell'argomento stò diventando monotona, ma è solo un percorso tra i tanti della mia vita. Comunque, dicevo che la Schelotto come terapeuta, afferma che nella gran parte dei rapporti, l'altro è solo la proiezione di un nostro ideale e quindi egli per uniformarsi alla persona che noi abbiamo in mente finge di essere quella persona per quieto vivere o per amore o per creare un tranquillo menage e si crea di fatto due personalità, due vite, una ufficiale e una segreta, dove può essere veramente se stesso/a. Trovo questa ipotesi davvero terribile e molto deludente per chi invece vive con trasparenza e verità. 
Nella mia vita ho visto troppe bugie per non credere a questa teoria.
Vedere veramente l'altro e accettarlo per come è una vera conquista. Ma non è sempre colpa nostra. L'altro puo' anche nascondere per non ferire. 

Mi ha fatto molto riflettere la storia della mamma-nonna schiavizzata dalla figlia e a totale disposizone della nipote, in ogni minuto e tempo libero. Quando questa nonna si accorge di essere anche una donna che si innamora di un ex fidanzato di gioventù e scopre che vuole essere e vivere quella donna, disponendo liberamente del suo tempo libero, e mettendo finalmente paletti e rispetto di fronte alle richieste continue e scontate della figlia, passa per cattiva. La figlia non la riconosce come donna perchè l'ha sempre vista nel ruolo di mamma e nonna. E quando la mamma cerca di spiegare che essere se stessa significa tornare a dipingere o non essere schiava di altre persone, la figlia non riesce ad accettare la vera donna che è sua madre. Si feriscono entrambe in modo diverso... perchè la strada per capirsi veramente è lunga e tortuosa. 
Forse lo fanno tanti figli di disporre del tempo dei propri genitori, come se fossero nostri, acquisiti nella posizione di famiglia. Anche in molte coppie può accadere questo. Si dispone del tempo del partner pensando che sia proprio.  

Si può vivere legati l’uno all’altro e scoprire ad un certo punto, che esiste un mondo parallelo, in cui il partner conduce, silenziosa e segreta, un’altra vita. In quel mondo la persona che si pensava di conoscere fin in ogni piega dell’anima interpreta ruoli inediti, lontanissimi da ciò che credevamo noto e indiscutibile. Eppure, a chi è capace di guardare dentro se stesso con lucidità e con un po’ di spietatezza accade quasi sempre di scoprire, isolando indizi lungamente trascurati, che molto di ciò che appare improvviso e nuovo era presente fin dall’inizio. Certe laceranti sorprese non arrivano a tradimento da un altrove sconosciuto; ignorate (ma spesso oscuramente intuite), costituiscono sin dall’inizio il retroterra della maggior parte dei rapporti.

Magari non è così per tutti. Non tutti sono bugiardi. Quì si parla però di maggior parte e quindi c'è da tenerne conto quando entriamo o stiamo dentro relazioni affettive e di amicizia.

Io tutto questo l'ho vissuto sulla mia pelle. Scoprire una vita parallela e una persona completamente diversa dalla versione ufficiale è non solo destabilizzante. Si avverte un tradimento profondo e la terribile sensazione della menzogna lucida e consapevole dell'altro.
Io ho scoperto che il mio uomo aveva rapporti omosessuali, era bisex ma si era guardato bene dal dirmelo. Oltre ad essere sposato e avere una moglie come paravento di vita nobilissima e scuse per non impegnarsi veramente, nascondeva la sua natura, non avendo il coraggio di viverla fino in fondo. Orribile modo di vivere e di amare. Anzi amare no, questo non è amore.  

Anche mio padre alla morte di mia mamma si è rivelata una persona completamente diversa da come era sempre apparsa a noi figli. Improvvisamente avevo davanti un estraneo, comprendendo solo in quel momento che nella mancanza di mia mamma, compagna di una vita, aveva tolto la maschera indossata da sempre. Ho aperto gli occhi e accettato con fatica il vero io di mio padre, rispettando questa verità che ancora fatico a introitare. 

Sono tante le storie raccontare in questo libro che sono esempio di rapporti vari. Alla fine ogni relazione (coniugale, familiare, amicale...) presenta lati oscuri... segreti che non si vuole rivelare per le diverse ragioni descritte. 

Eppure cerco ancora persone vere e le trovo malgrado tutto. Difendersi da chi vive mentendo è tutta un'altra storia...

6 commenti:

  1. ma noi crediamo di vivere nella trasparenza !! molto spesso ne siamo assolutamente certi di vivere nell'assoluta sincerità...ed invece ci diciamo molte bugie... per non perdere l'affetto e l'amore ci costringiamo a percorsi che non sono i nostri, non del tutto insomma... è difficile trovare un equilibrio nei rapporti..perchè si è diversi dall'uno all'altro e si cerca ogni giorno di trovare il punto d'incontro...spesso però vince quello che è più forte nell'affermare se stesso, o che riesce a piegare l'altro ai propri desideri...e la forza o la debolezza sono in funzione da quanto ci pensiamo dipendenti da quell'amore e da quell'affetto che non vogliamo perdere. perdiamo noi stessi però.
    difficile difficile, sempre più difficile.

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  2. una teoria che non credo abbia validità universale, ma quella contingente non gliela toglie nessuno

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  3. @luoghi: in questo bel librino ci sono molti esempi contingenti di questa teoria. esempi di vita vera, di vite vissute, e applicabili a rapporti che ognuno di noi ha magari sperimentato una volta...

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  4. Vero, vero, anche io sostenevo un'ipotesi simile, soprattutto a riguardo dei rapporti d'amore (o sedicenti tali): molto meglio essere ciò che si è (che non vuol dire non venirsi incontro, naturalmente) poiché se si viene accettati ed amati, lo si è per come si è e non per l'idea che forniamo al partner. Anche perché che rapporto è quello in cui uno deve mentire per sempre pena sentirsi dire "tu non sei quello che ho conosciuto"?
    E poi il bello dei rapporti è poter aprirsi, altrimenti... con chi ci si può aprire?
    Spesso non lo si fa per timore di venire respinti, ma - se così deve essere - vorrebbe dire che all'altro non piacciamo veramente e, dunque, meglio così in fondo. Almeno daremo a chi saprebbe davvero apprezzarci una possibilità di conoscerci, senza buttare il tempo con chi non lo fa.
    Un caro saluto :-)

    www.wolfghost.com

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  5. Quante volte capita di guardare chi abbiamo davanti da molti anni ( compagni, figli, amici) e domandarsi: ma chi sei davvero?
    A me capita.
    Forse lo fanno in buona fede per non ferire, ma feriscono ugualmente; altre volte si rivelano veri e propri estranei.
    Mi viene in mente un verso molto bello di una canzone di Renato Zero:" Guai, a chi ti dorme vicino e non sa chi sei!"
    C'è molto da pensare
    Un abbraccio:))

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  6. La tua (amara) esperienza è in realtà molto più frequente di quanto si sia portati a credere; e comunque ognuno di noi può essere un altro, ma solo pochi arriveranno a saperlo.

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