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mercoledì 15 febbraio 2012

Opera da tre soldi

Mi ero preparata, lo giuro. Ho letto la trama e le recensioni per cercare di capirci qualcosa... ma non ho resistito. Mi sono quasi addormentata e appena è finito il primo atto (dopo un'ora) sono praticamente scappata a casa. Pigiamino e minestrina calda, gatta e "the good wife" con qualche nauseata zippata sul festival di Sanremo!!


Insomma ho capito che si parla di mendicanti e di povertà, ma per controsenso in platea c'erano solo vecchi e donne con la pelliccia imballati di soldi, compreso Letta e signora. 
Solo gli anziani possono adesso permettersi una serata a teatro? I giovani si contavano sulle dita e forse saranno pure quelli che se sono andati per primi. Comunque era tutto così lento, noioso da farti quasi urlare. E le parole delle canzoni, inconcludenti e senza significato, addirittura con il ritornello, come un disco. Mi stavo veramente incazzando, quelle parole messe lì nel testo e nella trama da non farti capire niente. Eppoi tutto quel nero, grigio che quasi sembrava di stare in america negli anni '50. Dopo una giornata di lavoro non c'è la posso fare. Se non fosse stato per la presenza di Ranieri che almeno mi sono tolta la soddisfazione di vedere da vicino e dal vivo, forse il teatro non sarebbe stato così pieno. Certo lui è Mackie Messer,  fascinoso delinquente protagonista della commedia di Bertolt Brecht, e un grande mattatore. Insomma un mostro di bravura. Però non è bastato.
Ho letto che Brecht aveva ambientato la vicenda - ispirata a un lavoro dell’inglese John Gay (L’opera del mendicante) - nei bassifondi della Londra vittoriana. Quì invece siamo in una Napoli nello sfacelo del secondo dopoguerra e tutto quel grigio, nero e bianco era veramente deprimente. Parlare di mendicanti con un braccio o finti invalidi non è più una novità, è attualissimo. Oggi abbiamo anche le zingare che fuori dai supermercati chiedono solo soldi per medicine e bombola del gas finita. La tv insomma ci ha permesso di entrare in mille mondi e mille sfaccettature, e ormai questo Brecth è davvero troppo piccolo, troppo misero per la grandezza di informazioni che abbiamo dal web. Non può più essere innovativo e anche solo una puntata con Saviano insegna di più in 5 minuti sulla delinguenza e i suoi meccanismi. 
Forse il cinema ci ha smaliziato troppo, ma quest'opera davvero è inutile. Un vecchio cimelio. Un'opera da due soldi direi.
Sorry

5 commenti:

  1. Pensa che io invece lo lessi a 16 anni e fu splendido, drammatico e toccante! e vedrei Brecht a teatro tanto tanto volentieri (anche se non lo fanno più) ma fatto da Massimo Ranieri MAI !! non c'azzecca proprio niente!
    Me lo sentivo che non sarebbe stato proprio credibile questo spettacolo...

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  2. Un commento durissimo, ma che in parte condivido. L'opera di Brecht è davvero bella, a suo modo poetica. Ma al teatro tutto cambia, se non si trova la giusta chiave di lettura, di ambientazione e di interpretazione...

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  3. io non l'ho mai letto... quindi non posso fare raffronti

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  4. quest'opera di brecht non ha mai appassionato neppure me. anche se i miei ricordi sono ormai molto datati. ciao

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