Pagine

venerdì 26 novembre 2021

“C’ero anch’io su quel treno”. Il nuovo libro di Giovanni Rinaldi

Sai quando si legge un libro e si pensa che sia educativo e formativo per i ragazzi delle scuole. Ecco questo libro è un piccolo tesoro che dovremmo leggere tutti per ricordarci di come erano i comunisti, quelli veri del dopoguerra non quelli di adesso. Bellissimo e ve ne consiglio veramente la lettura.

«I bambini affamati erano tanti. Cominciava il tempo umido e freddo e non c’era carbone. I casi pietosi erano molti, moltissimi. Bambini che dormivano in casse di segatura per avere meno freddo, senza lenzuola e senza coperte. Bambini rimasti soli o con parenti anziani che non avevano la forza e i mezzi per curarsi di loro.» Così scrisse Teresa Noce, dirigente dell’Udi, Unione donne italiane, che fu l’anima del grande sforzo collettivo avviato all’indomani della Seconda guerra mondiale per salvare i piccoli del Sud condannati dalla povertà. Li accolsero famiglie del Centro-Nord, spesso a loro volta povere ma disposte a ospitarli per qualche mese e dividere quel che c’era. Un’incredibile espressione di solidarietà che richiese un intenso lavoro logistico, con il coinvolgimento di medici e insegnanti. E che non fu priva di ostacoli, tra cui la diffidenza della Chiesa timorosa dell’indottrinamento filosovietico, con qualche parroco che avvertiva: «Se andate in Romagna i bimbi li ammazzano, se li mangiano al forno».
Giovanni Rinaldi raccoglie queste storie da oltre vent’anni: partendo dalla sua terra, il Tavoliere delle Puglie, ha viaggiato in ogni regione d’Italia parlando con tanti ex bambini dei «treni della felicità». (primo libro scritto 12 anni fa). Si racconta pezzi di storia che abbiamo perso ed è il caso di recuperare.
Il partito Comunista, anzi per dirla meglio, le DONNE del Partito si spesero in un’impresa che anche vista con gli occhi odierni ha del portento, vi lascio immaginare cosa sia potuto essere nell’immediato dopoguerra. Eppure ci sono riuscite e questa impresa ha dato una visione di futuro a migliaia di bambini che speranze ne avevano conosciute veramente poche. La smobilitazione del nostro paese è passata anche attraverso questa impresa e credo sia cosa non da poco.
Poi trascorsi pochi anni dal 1945 e con l’inizio di sembianze di normalità per l’Italia, dei “treni dei bambini” non si parlò più. La polvere iniziò a coprire i pudori di chi fu accolto e strappato dalla miseria e di coloro che accolsero con solidarietà e spirito di fratellanza. Il tempo fece il resto.
 
Il contenuto non può essere copiato: riproduzione riservata. Per autorizzazioni, fare richiesta esplicita a segreteria@statoquotidiano.it oppure riprodurre il contenuto citando e linkando la fonte per intero: https://www.statoquotidiano.it/14/11/2021/giovanni-rinaldi-cero-anchio-su-quel-treno-storie-di-una-solidarieta-esemplare/896806/
Il contenuto non può essere copiato: riproduzione riservata. Per autorizzazioni, fare richiesta esplicita a segreteria@statoquotidiano.it oppure riprodurre il contenuto citando e linkando la fonte per intero: https://www.statoquotidiano.it/14/11/2021/giovanni-rinaldi-cero-anchio-su-quel-treno-storie-di-una-solidarieta-esemplare/896806/

4 commenti:

  1. Interessante !! Credo sia un libro da leggere per conoscere queste realtà dimenticate. Poveri bimbi che hanno patito il freddo, la fame e meno male che ci sono state famiglie che li hanno accolti e hanno dato loro la possibilità di una vita migliore. Bella recensione!! Saluti cari.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao cara... io mi rendo conto ogni giorno di più di avere un sacco di buchi storici dopo la seconda guerra mondiale...

      Elimina
  2. Che poi proprio da qui il detto "i comunisti mangiano i bambini".
    Bella segnalazione, grazie

    RispondiElimina