Quando si parla di C.S. Lewis lo si associa sempre alle Cronache di
Narnia, libro che ha avuto un enorme successo di pubblico e di critica.
Pochi, invece, conoscono la vita dello scrittore gallese, professore a
Oxford e Cambridge, convertitosi al cristianesimo all’età di trent’anni.
Le lettere di Berlicche, romanzo epistolare, è un sunto teologico del
suo pensiero, della sua ricerca del divino, che racconta, in maniera
leggera, di vari aspetti delle Scritture. Nel testo, il diavolo veterano
Berlicche istruisce suo nipote Malacoda sulle tecniche di tentazione da
utilizzare nei confronti del primo “paziente” del giovane diavolo.
L’obiettivo è allontanare l’uomo da tutte le soddisfazioni, da tutto ciò
che può davvero appagarlo, rendendolo schiavo di un piacere temporaneo e
sfuggente: questo è il vero senso della tentazione.
Il diavolo stesso è sempre infelice e vive per portare l’uomo alla
stessa infelicità, senza toccare la vera pienezza che viene da Dio.
Ho letto questo libro su consiglio di un amico che mi diceva meraviglie e dopo l'interesse per le prime pagine l'ho trovato di una noia mortale e l'ho terminato a fatica e con sollievo.
Consigliato per credenti e non credenti, troviamo nelle parole che Berlicche (diavolo
esperto) scrive tra le righe a Malacoda (suo discepolo) riguardo al
“Nemico”, a cui dedica lettere capaci di scuotere il cristiano religioso e
quello addormentato.
Lo scrittore indirizza il lettore in un vero proprio sentiero, parlando
della Chiesa, dell’importanza (per il diavolo) di dirigere la
malevolenza verso i vicini, verso il “corpo”, verso la religiosità
assoluta.
Non meno importanti sono le lettere in cui “riprende” l’essere umano
parlando della sua incapacità di agire e della sua troppa capacità di
giudicare e parlare a vanvera, della superbia e del pensiero che il
tempo e il futuro sono nelle sue mani, pane per i denti di Berlicche e
Malacoda.
Infine lo incoraggia, sempre tra le righe, infonde coraggio nel rimanere
saldi, nel rialzarsi, nell’affrontare le difficoltà e di non smarrirsi.
“Il Diavolo, spirito orgoglioso, non può tollerare di venir canzonato”;
così diceva Tommaso Moro. Questo piccolo libro è un
vademecum del diavolo, attraverso il quale l’autore presenta l’ardente
amore cristiano alla luce della logica più fredda e precisa.
Mah leggendo la tua recensione, non mi attira molto. Però prendo nota, lo prenoto in biblioteca e, se non mi piace neanche a me, glielo riporto. Abbraccio siempre
RispondiEliminaio la eviterei questa lettura...vedi tu
Eliminaa fatica e con sollievo :)
RispondiEliminaa me, per quel che ne scrivi, pare interessante.
naturalmente il piacere della lettura poi dipende molto anche dallo stile e dalla traduzione. ciao
Credo sia stata la ripetizione degli argomenti a stancarmi dopo un po' rendendo tutto meno piacevole, ma credo anche che sia soggettivo
Eliminaovviamente soggettivo lo è sempre. cambia la misura in relazione a capacità, interessi e preferenze. e non c'è nulla da ridire o sbagliato in questo. anche se, naturalmente, se ne può discutere. ciao e grazie
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