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lunedì 26 ottobre 2020

"LA BAMBINA DI HITLER"

 Non voglio crederci, ma ogni volta è sempre peggio, un pezzetto di cuore che va via...





Appassionante, avvincente, insomma da leggere. Questo libro ti prende dalle prime pagine per non lasciarti mai più, fino alla fine con il fiato sospeso, bellissimo. Nell’insieme anche se sai di leggere un romanzo storico, comunque sai bene leggendo che ci sono dei fatti storici e collegamenti che sono su base reale, anche se poi la storia è inventata o forse no… chissà.

Per esempio tutto quello che avviene nella scuola ariana per sole ragazze, è testimonianza di quello che accadeva veramente in questi luoghi, dove gli insegnanti parlavano di storia solo concentrandosi sul dominio militare tedesco e le lezioni di sociologia erano focalizzate sulla richiesta agli studenti di come riconoscere un ebreo, basandosi sul suo modo di camminare, sui gesti delle mani, così come sui movimenti fatti mentre parlava. Al fine di infondere ulteriormente il razzismo nei bambini, la matematica era utilizzata per giustificare l’omicidio di massa, in quanto si calcolavano i costi aggiuntivi per la spesa pubblica derivanti dall’assistenza sociale per disabili e “inutili parassiti”.

Ad esempio, un tipico problema di matematica da risolvere era: “Ogni giorno, lo Stato spende 6 RM per uno storpio; 41 RM per una persona malata di mente; 51 RM per una persona sorda; 53 RM per una persona debole di mente; 31 RM per un alcolista; 44 RM per un alunno in cura; 20/21 RM per un alunno in una scuola speciale; 9/20 RM per un alunno in una scuola normale… Che costo totale creano uno storpio e una persona debole di mente, se si considera una durata di quarantacinque anni (…) calcolare la spesa dello Stato per un alunno in una scuola speciale e per un alunno in una scuola normale nell’arco di otto anni, indicare l’importo del maggior costo generato dall’alunno nella scuola speciale”. I problemi di matematica come questi erano ideati per dimostrare ai bambini la quantità di denaro speso per le persone indesiderabili. Quindi non solo ariani ma anche i tedeschi.

Nel libro si sottolinea la linea educativa con cui i bambini erano addestrati a non provare simpatia per quei coetanei “razzialmente inferiori”, e quindi, per i bambini non “conformi”, le percosse erano le punizioni più comuni e consigliate. Le violenze fisiche e psicologiche erano all’ordine del giorno, per selezionare all’interno le più forti, le più toste, le più degne di procreare la razza ariana.

Comunque l’idea di una bambina ebrea che riesce a farsi passare per pura razza ariana, è geniale.
Questo libro ti prende nella crudezza della realtà storica, lasciandoti spiazzata nel coinvolgimento emotivo che avviene, facendoti sentire dentro la carne la sofferenza di essere ebreo. Ti schieri , non c’è niente da fare e ti immedesimi dentro la sofferenza giornaliera di poter sopravvivere.

E’ solo alla fine che in realtà mi sono resa conto di leggere un romanzo scritto da un uomo, e questo credo abbia fatto la differenza. Scorrevole la scrittura, ma sobria e niente di melenso o stonato con il contesto. Resto basita a leggere che è il suo primo romanzo… mah, troppo bravo.



Si lo so, un’altro romanzo nazista… troppi forse, ma in verità non mi stanco mai di leggere di cosa è capace l’uomo in tempo di guerra.

4 commenti:

  1. In realtà spesso i primi romanzi, o scritti in generale, di un autore sono anche i migliori :-)
    Poi ci si sorprende se la maggioranza dei tedeschi era pro-Hitler, come la maggioranza degli italiani - checché de ne dica - era (almeno fino ad un certo punto) pro-Mussolini. La propaganda a questo è sempre servita, e i tedeschi erano indiscussi maestri.
    www.wolfghost.com

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    1. Io non credo sia diverso dai talebani che insegnano solo il corano. Si creano mostri nell'ignoranza dell'isolamento culturale

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  2. Ritengo sia necessario continuare a leggere libri così. Lo inserisco nella mia wish list.
    Grazie.

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    1. Io non riesco a smettere. Ogni libro mi da un piccolo tassello

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