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giovedì 24 marzo 2016

Pasqua vegana

Sembra tanto di moda ma io non sono ipocrita e siccome sono carnivora per me non esiste la Pasqua senza le cotolette di agnello impanate. E' una tradizione di famiglia anche se non le friggiamo più ma le facciamo al forno. Vicino patate al forno e insalata. 
Mio padre quest'anno ha tentato di cambiare con la coda alla vaccinara, forse per sentirsi meno in colpa o braciole di maiale ha detto. Eh no. L'agnello lo compro io ho capito...
Anche perchè  nei greggi comunque bisogna tenere i numeri e se gli agnelli non vengono macellati aumentano di tanto il gregge e non bastano i pascoli. Quindi questa cosa sentimentale di non uccidere l'agnello è una cretinata. Eppoi da carnivora non ipocrita, perchè dovrei salvare l'agnello e non il cavallo, o la mucca o il maiale? Perchè è bianco e carino e ne facciamo un fatto di bellezza?  La carne o si mangia o non si mangia.  
Dopo di che non escludo che io possa accarezzare un agnello e magari giocarci. La crudeltà sugli animali è un'altra cosa anche se la macellazione in se è una crudeltà, nel modo in cui viene gestita sicuramente.
 

8 commenti:

  1. Concordo al 100%... Anche se mangio molto raramente agnello ma solo perché non mi piace molto

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    1. se non ti piace è perchè sicuramente è nocivo per il tuo gruppo sanguigno... io leggendo la dieta del dottor mozzi ho scoperto che invece è l'unica carne che posso mangiare insieme al tacchino e al coniglio

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    2. Come ti trovi con la dieta di Mozzi? Io, essendo erbivoro, mi vedrei ridotto a cibarmi solo di due o tre cose non volendo reintrodurre il consumo di derivati animali

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  2. ok...ho mi è venuta fame.... di tutto quello che ho letto ...argh !!!!

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  3. Concordo, sono carnivora per cui, anche se con più dispiacere, a Pasqua a casa mia si mangia agnello. Da anni ormai ti fanno sentire in colpa per questo ma quando mangiamo vitello, coniglio, maiale, pollo ecc..???
    Tantissimi auguri di Buona Pasqua !!!
    Baci

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  4. per me pasqua è un giorno come un altro e non festeggio né seguo alcuna tradizione alimentare. buone costolette a te :)

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  5. Sono vegetariano da quando avevo 18 anni. Non fu una scelta animalista, ma salutista, di cui oggi sono ancora convinto. Anzi, se c'è una cosa che penso di aver sbagliato, è di non essere stato vegano se non in determinati periodi, poiché latte e formaggi sono anche peggio della carne.
    Successivamente si è certamente aggiunta la motivazione animalista, ma non sono un visionario, so che oggi credere che il mondo diventi vegetariano è pura illusione, anche se sicuramente il futuro sarà così, non tanto per scelta quanto per necessità.
    Sul discorso degli agnelli il discorso è diverso, è un discorso di età: uccidere degli animali in età avanzata è un conto, ucciderli quando hanno pochi mesi, è un altro. E poi è sciocco: vorrei vedere se al posto dell'agnello fornissero nelle mense carni più adulte quanta gente se ne accorgerebbe. Molto poca. E' solo una tradizione... insensata. E non che perché una cosa è "tradizione" che è giusta. Lo sappiamo bene. Non farmi citare molte "demenziali" tradizioni dei secoli scorsi ora superate, sono certo che non ce n'è bisogno ;-) Anche questa sparirà. Diciamo nel giro di una o massimo due generazioni.
    Per il vegetarianesimo "globale"... no, ci vorrà molto, molto di più. Noi certamente non ci saremo più da un pezzo :-)
    Comunque guarda che i veri animalisti concordano con quello che dici: non solo agnelli, ma anche mucche, maiali e quant'altro, andrebbero risparmiati. Il discorso invece di dire, come molti dicono, "ma allora anche i batteri sono animali", o perfino le piante, parlano solo per opposizione, tanto per dire qualcosa "contro": E' ovvio che un conto sono gli "animali senzienti", un altro sono forme di vita con intelligenza e sensibilità nulle o molto scarse. I buddhisti parlano di "esseri senzienti" intendendo proprio tutti gli animali dotati di intelletto, di capacità di sentire, di soffrire. Così come noi. E in un'era dove non mangiare carne si può, a differenza dei secoli passati, tutti gli esseri senzienti andrebbero rispettati. Non per "senso del dovere" o di colpa, ma per sensibilità verso la vita. E' qualcosa che si deve sentire guardando un animale, uno qualunque, negli occhi.
    www.wolfghost.com

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  6. E senza contare che le verdure e le piante in generale non è che siano indenni dal sangue animale: per coltivare la terra occorre fare una serie di azioni arandola e quant'altro che distruggono dei piccoli ecosistemi e uccidono animali come insetti, talpe, quaglie, alcuni rapaci etc. Più quelli che vengono uccisi per altro motivo, come le lumache.
    Il punto è che ogni azione ha un costo in termini di sopravvivenza altrui, anche avere una patata da pelare. Per me si tratta di limitare il danno il più possibile: ho scelto di non prendere vite per sostentare la mia, visto che nella nostra società non abbiamo la necessità stretta di farlo, così un eschimese difficilmente potrebbe piantare insalata sulla banchisa io non ho la necessità di sgozzare il maiale per mangiare.
    Sono sempre stato fortemente contrario a tutte quelle pratiche violente della cucina, anche quando ero un sarcofago: le aragoste bollite vive, le lumache e i granchi fritti vivi, le anguille e le rane scuoiate vive, l'abbacchio bastonato a morte e così via.

    Dopo però ai gatti do da mangiare carne perché loro non li posso tirare su a verdura, è un controsenso ma non posso alterare la loro natura né posso mettere in forno loro o darli via per non comprargli la pappa.

    È un argomento molto vasto e complesso che purtroppo si liquida spesso molto in fretta, e che è diventato una moda per cui si tende a prendere tutto molto superficialmente e, peggio, a tacciare i non carnivori di superficialità.

    Io posso dire che da quando ho smesso di usare derivati animali mi sono spariti i noduli di Bouchard sulle dita, e anche la salute nel complesso è migliorata (salvo gli effetti dello stress da lavoro, ma quelli non sono colpa della verdura).

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